È in carcere ma per i medici le sue condizioni non lo consentono. La storia di Alessandro e l’appello della sorella: “Trasferitelo”

di Manuel Scordo

“Scrivo in qualità di sorella di una persona affetta da grave disturbo psichiatrico con doppia diagnosi, vittima di una brutale aggressione in Sardegna all’interno di una colonia penale il 4 luglio 2024. L’aggressione ha causato gravi traumi, portandolo al ricovero d’urgenza in ospedale in coma e a un intervento chirurgico per contenere un’emorragia cerebrale”. Inizia così la lettera inviata Arianna Atzeni sorella di Alessandro, 49 anni, attualmente detenuto nel carcere di Uta nonostante i medici abbiano dichiarato incompatibile il suo stato di salute con il regime detentivo.

“Alla dimissione ospedaliera, avvenuta nel mese di ottobre – racconta la sorella -, i medici hanno prescritto un ricovero per riabilitazione neuromotoria a regime intensivo, necessario per consentire la ripresa delle sue autonomie funzionali gravemente compromesse. Tuttavia, anziché essere trasferito in una struttura riabilitativa specializzata, mio fratello è stato
condotto presso l’infermeria di un carcere, una struttura inadeguata a fornire le cure richieste
per il suo recupero. A causa del trauma subito, mio fratello è ora affetto da emiparesi che gli impedisce di camminare. Questa condizione richiede interventi riabilitativi tempestivi e specifici, che al momento non gli vengono garantiti. Nonostante la mia recente nomina come amministratrice di sostegno, le richieste di informazioni e chiarimenti alla direzione sanitaria del carcere sono rimaste senza risposta, violando i diritti fondamentali di mio fratello”.

Una situazione che ha portato Arianna Atzeni a rivolgersi a una legale, Armida Decina per chiedere chiarezza su quanto accaduto a Isili e per ottenere il trasferimento del fratello in una struttura riabilitativa adeguata. “È indispensabile – sostiene Arianna – che venga trasferito presso una struttura riabilitativa adeguata, come indicato dai medici, affinché possa ricevere le cure necessarie e vivere in condizioni dignitose. Per richiamare l’attenzione su questa grave violazione dei diritti di mio fratello, annuncio che inizierò uno sciopero della fame e della sete. Questa decisione estrema è un appello alle istituzioni competenti affinché intervengano tempestivamente per garantire il rispetto dei suoi diritti e la tutela della sua salute”.

Attraverso l’avvocata è stata presentata una formale denuncia per fare chiarezza sull’accaduto nella colonia penale. La struttura detentiva sostiene che Atzeni si sia ferito cadendo, ma i familiari sospettano un’aggressione. “L’inchiesta è ancora in corso” ha confermato l’avvocata Decina. “Abbiamo presentato un’istanza urgente al magistrato di sorveglianza affinché Alessandro venga trasferito in una struttura adeguata, poiché le sue condizioni di salute non sono compatibili con la detenzione a Uta.” Nonostante le richieste, al momento non è stata presa alcuna decisione”.

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