E.On, entro il 31 dicembre si fermano il gruppo 1 e 2. I sindacati: “Fate chiarezza”

I gruppi 1 e 2 della centrale elettrica di Fiume Santo il 31 dicembre si fermeranno. Quel giorno – hanno ricordato i sindacati – scade infatti l’ultima proroga e in queste settimane non risultano iniziative ufficiali da parte della multinazionale tedesca E.On per un programma di ristrutturazione che possa consentire di ipotizzare un riutilizzo dei vecchi impianti. I gruppi 1 e 2 di Fiume Santo i giorni scorsi erano indisponibili, il quarto era fermo e il terzo è andato in blocco. In quel momento il polo energetico era in fase di esportazione di energia. Le condizioni meteo (con un vento regolare) hanno fatto in modo che l’eolico sopperisse alle carenze, per cui è andata bene e non si sono rese necessarie procedure di emergenza. Ma ciò che è accaduto è l’emblema di una criticità diffusa. In altre occasioni, meno favorevoli, si erano resi necessari slacci programmati per alleggerire la rete e scongiurare blackout. La situazione di stallo verificatasi conferma – hanno spiegato i sindacati – che non ci sono alternative: con i gruppi 3 e 4 fermi, la soluzione poteva essere l’avvio dell’1 e 2, ma le condizioni degli impianti sarebbero tali da rendere pericolosa una assunzione di responsabilità da parte di chi (in questo caso potrebbe essere il direttore di centrale) ordina il riavvio dei gruppi di produzione energetica.

Insomma, l’1 e il 2 sembrano definitivamente avviati alla fermata e alla demolizione a meno che E.On non sia in attesa di iniziative da parte di terzi – nel nome della sicurezza del sistema elettrico nazionale – che ritengano strategica la produzione dei vecchi gruppi e, a quel punto, dovrebbero assumersi anche l’onere di varare un programma serio (e costoso) di interventi per tutti gli adeguamenti richiesti, anche alla luce degli ultimi controlli da parte dei carabinieri del Noe e degli altri organismi competenti. Finora E.On non ha confermato e neppure smentito l’intenzione di uscire dall’Italia e di vendere anche la centrale di Fiume Santo. Il calcolo per a vendita degli asset è valutato in circa tre miliardi di euro, troppi per un unico compratore, per cui sembra rafforzarsi l’idea dello “spezzatino”, con il coinvolgimento di vari acquirenti, fra cui spiccano Eni, Edison e Gazprom, con interessi evidentemente differenti. Anche se per Fiume Santo si sono sbilanciati – già da tempo – alcuni gruppi cinesi e Paolo Clivati di Ottana Energia. I Sindacati hanno chiesto quindi chiarezza in tempi brevi.

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share