Duplice omicidio di Orune, incidente probatorio su telefonini e tablet

L’accusa cerca la prova madre, in telefoni, tablet e pen drive, della responsabilità di Alberto Cubeddu, di 21 anni, uno dei due imputati dell’omicidio dei due giovani uccisi nel maggio 2015 in Sardegna. Si è così aperto oggi in tribunale a Nuoro l’incidente probatorio per gli accertamenti tecnici irripetibili sugli apparecchi informatici sequestrati a Pietro Paolo Pinna, di 18, di Nule, l’altro presunto responsabile dei delitti dello studente Gianluca Monni, ucciso a Orune l’8 maggio, e del 29enne di Nule Stefano Masala scomparso la sera prima del delitto e mai più rientrato a casa.

Gli apparecchi saranno esaminati dall’ingegnere informatico Giancarlo Rosa, assente oggi, nominato dal gip Mauro Pusceddu, a cui verrà formalmente affidato l’incarico, venerdì 21 ottobre, data nella quale il giudice ha fissato una nuova udienza. In quel giorno verranno consegnati al tecnico il cellulare e il tablet di Pietro Paolo Pinna ed il cellulare e una pen drive di Pier Giorgio Massaiu, un indagato tecnico dell’inchiesta che aveva avuto contatti telematici con i cugini Pinna e Cubeddu, da cui verranno estrapolati tutti gli sms, i messaggi sui social, i video e le foto, relativi alle conversazioni tra i due imputati degli omicidi, Pinna e suo cugino Cubeddu, ma anche fra questi e altri tre indagati a vario titolo nell’inchiesta: oltre Massaiu, anche Alessandro Taras e Antonio Zapareddu.

La richiesta dell’incidente probatorio è arrivata dal pm Andrea Vacca secondo il quale dalle conversazioni dei due imputati e dei tre indagati potrebbero arrivare prove schiaccianti a carico di Alberto Cubeddu, in carcere come Pinna dal maggio scorso. Prove già recuperate, invece, secondo i magistrati del tribunale dei minori di Sassari: il 18enne di Nule, minorenne all’epoca dei fatti, sarà processato con giudizio immediato e la prima udienza si terrà il 24 novembre. Assenti oggi in aula gli imputati, presenti invece gli avvocati della difesa e della parte civile. Toccante prima dell’ingresso in aula l’abbraccio, per la prima volta da quando sono morti i figli, fra Rita Gaddeo madre di Gianluca Monni e Marco Masala padre di Stefano. Fra loro neanche una parola, solo lacrime e solidarietà.

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