Pochi giorni fa aveva denunciato il grave stato di abbandono in cui è ridotto l’ex Arsenale di La Maddalena, che nel 2009 avrebbe dovuto ospitare il G8, poi spostato a L’Aquila. Adesso il deputato di Unidos Mauro Pili parla di “disastro immane”, dopo il doppio incendio di oggi. Le prime fiamme, causate molto probabilmente da un corto circuito, sono divampate poco prima delle 11 sul tetto di una delle strutture e hanno interessato una vasta area di pannelli solari. Immediato l’intervento dei Vigili del fuoco. Una volta spento il primo incendio, un altro è scoppiato verso le 13, sempre dai pannelli solari, ma questa volta nell’ala opposta della struttura. Complessivamente i due incendi hanno interessato una superficie di circa 600 metri quadrati di pannelli e dell’isolamento termico, ma al momento non sono stati quantificati i danni. Alle operazioni di bonifica hanno partecipato i carabinieri e gli uomini della Capitaneria di Porto. “Stanno distruggendo l’ex Arsenale di La Maddalena: dicono un corto circuito. Un disastro immane. Si dimettano tutti i responsabili”, il duro attacco di Pili sulla sua pagina Facebook, dove ha postato anche le foto dell’incendio. “Si sta consumando un vero e proprio disastro. Guarda caso dopo le denunce sul degrado e abbandono di un patrimonio unico – conclude l’ex governatore sardo -. Incredibile quello che sta avvenendo a La Maddalena in questo istante. Centinaia di milioni di euro in fiamme”.
La presa di posizione della Regione. Dopo quasi un anno di dialogo e di trattativa la Regione chiede al Governo una decisa iniziativa politica per impedire che il progetto di rilancio della Maddalena crolli definitivamente. Oggi l’ennesimo incidente, probabilmente causato dal forte vento, che ha provocato un inizio d’incendio dei pannelli solari sul tetto dell’ex Arsenale, dopo le numerose denunce sul drammatico degrado della struttura, rende urgente una iniziativa molto forte. Il rilancio della Maddalena è stato bloccato prima dal trasferimento all’Aquila del G8, poi dalla scoperta della pessima politica che stava dietro l’uso improprio della protezione civile nazionale per accelerare i progetti al di fuori di ogni controllo e dalla conseguente indagine della magistratura. “Nell’ultimo anno ogni intervento sull’ex arsenale è rimasto fermo – si legge in una nota – a causa del contenzioso che oppone Protezione civile nazionale e Mita Resort sulla gestione degli edifici mai completamente ultimati e destinati ad albergo e centro congressi. Un contenzioso che un lodo arbitrale aveva risolto a favore di Mita, ma contro il quale la Protezione civile nazionale ha presentato ricorso in appello.
Il Comune con la collaborazione della Regione sta invece facendo avanzare il completamento delle bonifiche a suo tempo non fatte, la cui mancanza è una delle cause dello stesso contenzioso tra Mita e Protezione Civile”.
“La Regione è fuori da tutte queste vicende”, si precisa nella nota. “Tuttavia è disponibile a farsi carico della soluzione del problema, fatte salve le responsabilità accertate e da accertare. Ma non può far pagare due volte ai sardi i danni provocati dalla cattiva politica prima e dai contenziosi giudiziari poi. Quindi ora chiede al Governo di contribuire con una iniziativa forte a sbloccare una situazione che ogni giorno diventa più insostenibile”.