Una pioggia di avvisi di garanzia. Il sostituto procuratore della Repubblica di Tempio, Riccardo Rossi, titolare dell’inchiesta sull’alluvione del 18 novembre scorso, insieme al procuratore capo Domenico Fiordalisi, potrebbero definire in poche settimane, entro la fine del mese, il quadro completo dei soggetti sotto inchiesta per i reati di omicidio colposo plurimo (le vittime in Gallura furono nove) e disastro ambientale.
Sotto la lente della magistratura, molti amministratori attualmente in carica, per una responsabilità diretta nella gestione dell’emergenza maltempo e anche politici del passato per eventuali responsabilità sulle politiche urbanistiche e sulla mancata tutela del territorio. Nomi pesanti della politica locale, politici di vertice.
Ma la novità è che decine di cittadini (alcuni dei quali si sono riuniti in un Comitato per la tutela dei diritti degli alluvionati) hanno già provveduto a presentare querela contro ignoti per disastro ambientale, in maniera da garantirsi la porta aperta per la presentazione di richieste di risarcimento dei danni subiti anche all’interno degli eventuali procedimenti giudiziari aperti nei confronti dei politici coinvolti.
Così, mentre il comune di Olbia chiede conto al governo per le mancate risposte, con il sindaco Giovanni Giovannelli che provocatoriamente ha richiamato i ministri a tornare ad Olbia per mantenere le promesse fatte nelle prime ore del post alluvione, i cittadini attaccano l’amministrazione. Non solo per i danni dell’alluvione, ma anche per quanto non è stato fatto dopo. Cioè per aver messo in campo gli strumenti necessari per venire incontro alla popolazione messa in ginocchio.
Ma il fronte principale resta quello delle responsabilità nella catastrofe del 18 novembre. “Abbiamo già presentato denuncia contro ignoti – spiega Antonella Sanna, una delle persone colpite dal ciclone Cleopatra – perché abbiamo intenzione di costituirci parte civile una volta che si conosceranno i responsabili di questo disastro”.
“Sono passato indenne dalle alluvioni del ’63 e del ’79 – racconta Giovanni Bonannini, titolare di una notissima vetreria di Olbia – questa volta ho perso tutto. Il sindaco Giovannelli dice che pulire i canali non era compito suo, ma io voglio giustizia – prosegue in lacrime – perché i responsabili devono essere trovati”.
Gli amministratori, comunque, intanto vanno avanti nella protesta contro il governo. Il sindaco Giovannelli e il presidente del Consiglio comunale, Vanni Sanna, hanno confermato la convocazione di un Consiglio comunale a Roma per contestare i mancati interventi statali a favore di Olbia per il post alluvione, dalla deroga al Patto di Stabilità, allo stanziamento di fondi cospicui per la ricostruzione.
In realtà nella maggioranza (formata da Pd e da quel che resta della civica che sostenne Giovannelli) ci sono divisioni pesanti: il deputato democratico Giampiero Scanu parrebbe non gradire una manifestazione di protesta tutta orientata contro il governo Letta. A questo si aggiungono le sue tensioni personali con Vanni Sanna, esponente della civica di Giovannelli, che ha già messo il suo sigillo sull’iniziativa romana. In definitiva, nemmeno il post alluvione ha fatto mettere da parte le tensioni politiche all’interno dell’amministrazione.
Giandomenico Mele