Agricoltura, dopo 25 anni svolta sugli aiuti ‘illegittimi’: stop alle aste e zero interessi

Svolta nella vicenda della legge 44 sull’agricoltura: le risorse alle imprese che avevano usufruito di aiuti poi considerati illegittimi dall’Unione Europea vengono considerate, da oggi, come aiuti in regime di “de minimis”, previsti dalle norme comunitarie. In questo modo può chiudersi la vicenda della restituzione di quei soldi, un totale di 32,532 milioni di euro, chiesti da 4.947 imprese. Quelle aziende (4.243), che non avevano pagato la quota di interessi (complessivamente oltre 26 milioni di euro) non dovranno restituire più quanto ottenuto con l’abbattimento degli interessi, ma solo il capitale, mentre le 704 che hanno restituito in modo volontario otterranno la restituzione automatica dell’importo versato attraverso l’agenzia Argea.

Contestualmente si cercherà di trovare una soluzione con la banche per salvare le imprese che, a causa della legge 44, sono finite all’asta. La soluzione è stata ufficializzata oggi, alla presenza delle organizzazioni agricole, dal presidente della Regione, Ugo Cappellacci, e dall’assessore regionale dell’Agricoltura, Oscar Cherchi, che hanno annunciato l’approvazione di una delibera di Giunta che prevede il percorso risolutivo del problema. “Questa legge ha creato tragedie personali in una serie di casi – ha ricordato Cappellacci – la legge 44/88, nata come forma di sostegno per l’agricoltura, si è rivelato una vera e propria trappola per tutti quelli che ne usufruirono. Nel 2011 abbiamo sottoscritto all’accordo con le organizzazioni agricole per avviare un percorso e proprio una delle soluzioni era quella di considerare quei contributi erogati in regime di de minimis. A maggio abbiamo formalizzato la richiesta all’Unione europea e la risposta è stata positiva”.

Secondo l’assessore Cherchi, “dopo 25 anni di sofferenza, rispettando le regole e le norme europee, siamo riusciti a risolvere un difficile problema del quale non sentiremo più parlare perché la vicenda è chiusa. Abbiamo anche deciso di affrontare la crisi di aziende all’asta attraverso strumenti quali il microcredito”. Si è detto “emozionato” il direttore della Coldiretti Sardegna, Luca Saba: “È una vittoria storica che supera un periodo brutto dell’agricoltura sarda, che ora va rilanciata appieno”. Martino Scanu della Cia, ha ricordato che “una soluzione poteva essere trovata e ne eravamo convinti. Ora occorre rafforzare le aziende con il microcredito e attraverso i consorzi fidi”.

“Oggi si chiude con esiti positivi una delle vicende più complesse nella storia dell’agricoltura regionale. Una vertenza che negli anni hanno visto il mio impegno attivo in Parlamento per un sostegno costante verso gli imprenditori agricoli soffocati da una pressa debitoria che ha provocato una grave insostenibilità economica per il mondo delle campagne e, non da meno, il verificarsi di tragedie personali che non possono essere dimenticate”. Così il deputato del Pdl Salvatore Cicu commenta la svolta arrivata oggi. “Ora la restituzione dei 32,532 milioni di euro chiesti da parte di 4.947 imprese chiude definitivamente la vicenda. Restituendo prospettiva all’agricoltura sarda. Occorrerà, dunque, intensificare gli sforzi per avviare una nuova stagione di crescita e sviluppo delle aziende agricole, favorendo lo strumento del microcredito e dei fidi, e avviando una immediata interlocuzione con le banche per salvare le imprese che, causa la legge 44, sono finite all’asta”.

La soddisfazione delle associazioni di categoria. Su 4.947 aziende che hanno usufruito degli aiuti della legge 44 del 1988 per un debito complessivo che ammonta a 118 milioni di euro, 3.170 sono quelle che hanno sanato le proprie posizioni, mentre quelle con con posizioni debitorie ancora pendenti sono 1.558. Restano ancora in contenzioso con le banche 220 imprenditori agricoli. Sono i dati forniti dalla Coldiretti Sardegna che ha elaborato quelli della Regione sull’annosa vicenda degli aiuti di stato risolta, per la quota degli interessi, con una delibera della Giunta. Secondo la Coldiretti l’indebitamento del comparto agricolo in Sardegna, nei confronti delle banche, è stimato in 800.000.000 di euro (dati 2009). L’esposizione debitoria aziendale è maggiore nelle aree di pianura, irrigue, dove sono stati effettuati maggiori investimenti, in particolare nel settore serricolo (39%), florovivaistico (19%) e della Cooperazione per la trasformazione dei prodotti agricoli (14%).

Secondo Battista Cualbu, presidente di Coldiretti Sardegna, “la notizia di oggi ha una portata davvero storica. Si tratta di un provvedimento che pone la parola fine ad uno dei grandi mali dell’agricoltura sarda. La 44 infatti è diventata un incubo per le circa 5000 aziende che vi sono incappate. Le dimensioni del problema sono evidenti: parliamo di un indebitamento per le imprese di oltre 110 milioni di euro, con tassi reali che in molti casi hanno raggiunto il 18%”. “Da tempo lavoravamo al problema – gli fa eco Luca Saba, direttore di Coldiretti Sardegna – perché riteniamo che la questione dell’indebitamento delle imprese agricole sia un vero e proprio freno allo sviluppo del nostro settore primario. Il sistema agricolo Sardo infatti è indebitato per oltre 800 milioni di euro, ci cui circa 170 in sofferenza: in tale contesto la delibera sulla 44, oltre ad essere un fatto davvero epocale, rappresenta un primo importante passo verso un ormai improcrastinabile percorso di ristrutturazione del debito delle imprese”.

Ma la soluzione prospettata dalla Regione non convince Copagri: “Un soluzione insufficiente”, dice il coordinatore regionale Pietro Tandeddu. 

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