Donne e scienza, un futuro ancora tutto da scrivere. Pesano ancora divari di genere

La Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza, promossa dall’Onu, è stata celebrata anche a Cagliari nella Cittadella universitaria di Monserrato, alla presenza di ricercatrici, modelli di ispirazione, e studentesse delle quarte e quinte di 20 scuole della Sardegna. L’iniziativa a cura del dipartimento di Fisica dell’Università di Cagliari che ha organizzato assieme all’Istituito nazionale di fisica nucleare e agli altri dipartimenti l’incontro “Masterclass women and girls in science 2023”.

“Il divario di genere nelle materie Stem (scienze, tecnologia, ingegneria e matematica) resta l’ostacolo da abbattere per far acquisire alle donne la piena cittadinanza scientifica”. Lo ha detto Viviana Fanti, responsabile piano lauree scientifiche , durante l’intensa giornata che si è snodata tra laboratori e dibattiti, per promuovere l’equità di genere, favorire l’accesso alle facoltà scientifiche e tecnologiche delle ragazze, renderle consapevoli degli stereotipi culturali che scoraggiano questa scelta. “L’universo che ruota attorno alle materie scientifiche è ancora prevalentemente maschile. Più si raggiungono posizioni apicali più è evidente”, spiega Fanti. Qualche esempio: “Il dipartimento di Fisica di Cagliari conta 12 ordinari, le donne sono assenti, l’unica era stata Giovanna Puddu, ora in pensione; 19 sono gli associati, di cui soltanto due sono donne, e dei 17 ricercatori, 4 sono donne. Eppure – sottolinea la docente – è più elevato il numero di immatricolate nelle università sarde, il 57 per cento sono ragazze, ma in area Stem si fermano al 23 per cento e al 30 in rapporto a tutti gli iscritti”.

La giornata si è chiusa con l’incontro “Il mio futuro nella scienza”, con la partecipazione di Francesca Dordei, Premio donna di scienza 2021, e Susi Ronchi, coordinatrice di Giulia giornaliste Sardegna. “Proporre degli esempi alle ragazze è fondamentale – chiarisce Ronchi – per orientare le loro scelte, accrescere la loro autostima, imporsi in un mondo ancora declinato al maschile all’insegna del motto Io ce la posso fare”. “La scienza – aggiunge Dordei – sarebbe arricchita da una pari rappresentanza maschile e femminile”. Entusiaste le studentesse: “Un’occasione per far maturare la mia passione”, dice una partecipante.”Entrare a contatto con alcune persone mi ha aperto la mente, sono state fonte di ispirazione”, le fa eco un’altra ragazza. E ancora: “Ora so che se sceglierò di fare studi scientifici, non verrò sottovaluta e che non sarò sola”.

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