Le proteste hanno funzionato. A due settimane dalla chiusura per mancanza di personale, l’hospice di Nuoro, che si trova nell’ospedale Cesare Zonchello, può riaprire. La ripartenza è fissata per il 26 aprile. Si tratta di un servizio essenziale di sostegno per i pazienti terminali e per le loro famiglie, per questo la battaglia è stata dura e senza tentennamenti. L’annuncio è stato dato dalla commissaria straordinaria dell’Assl, Gesuina Cherchi.
In difesa dell’hospice, mezza Sardegna ha protestato. Anche sui social. Amministratori, associazione di pazienti, privati cittadini avevano dapprima organizzato una manifestazione nel parco dell’ospedale nuorese, poi la mobilitazione si era spostata sul web con i sindaci di tutta la Sardegna ad invocare la riapertura della struttura. Il movimento civico aveva scritto anche al commissario di Ats, Massimo Temussi, che ha sollecitato una relazione
dettagliata sull’organico del reparto. È risultato che nella struttura lavorano “due medici, sette infermieri, tre oss e due psiconcologhe: con questi numeri hospice di Nuoro deve riaprire”, ha detto Temussi.
Da fonti Ansa, pare cmunque che ai due medici già presenti se ne dovrebbe aggiungere un terzo a giorno, che è nell’organico ma assente da tempo. Da subito aveva preso posizione il sindaco di Nuoro, Andrea Soddu. La vicenda era anche finita in Procura, con un esposto presenbtato dalla deputata ex M5s, Mara Lapia (Cd), secondo la quale “la sospensione dei ricoveri all’hospice di Nuoro non è solo uno schiaffo alle sofferenze dei malati in fine vita e ai loro familiari, ma si configura come una violazione della legge 38 del 2010 che inserisce le cure palliative tra i livelli essenziali di assistenza”.