Si aprirà il 23 luglio prossimo davanti ai giudici della Corte d’assise di Nuoro, il processo per il sequestro lampo del dirigente di Banca Intesa, Paolo Cosseddu, e della moglie Pietrina Secce. I due furono prelevati dalla loro casa di Galtellì, nel nuorese, il 3 ottobre 2007, tenuti tutta la notte in ostaggio e poi costretti, la mattina successiva, ad accompagnare i banditi nella filiale di Orosei per aprire la cassaforte e consegnare alla banda i 45mila euro che vi erano custoditi.
La gup del Tribunale di Cagliari ha ha rinviato a giudizio Graziano Pinna, 40 anni di Nuoro, e Giovanni Sanna, di 52 di Macomer. Entrambi sono accusati di sequestro di persona a scopo di estorsione. A Nuoro, dunque, a distanza di molti anni dalla fine della stagione drammatica dei rapimenti, verrà celebrato in Assise un nuovo processo con lo stesso capo di imputazione.
I fatti. Intorno alle 20.45 del 3 ottobre di 13 anni fa, tre banditi con i passamontagna fecero irruzione nell’abitazione dei coniugi Cosseddu. Dopo una notte da incubo, alle 7.30 i due vennero trascinati in banca a Orosei e il dirigente, sotto la minaccia delle armi, fu costretto a chiamare il cassiere Marco Palimodde per aprire la cassaforte. Secondo la ricostruzione della Direzione distrettuale antimafia, competente in Sardegna per i reati di sequestri di persona a scopo di estorsione, al rapimento avrebbe partecipato anche Pierpaolo Serra, 58 anni di Irgoli, che però venne trovato morto nel 2008 all’interno della sua auto sulla strada Irgoli-Orosei. È indagando su Serra, prima della morte, che i magistrati della Dda sono arrivati ai due attuali imputati, entrambi attualmente in stato di libertà. Venne infatti intercettata una conversazione tra Serra e Sanna in cui si parlava del colpo messo a segno a Orosei.