Domenica 25 maggio la Sardegna si unisce alla quindicesima edizione della Giornata Nazionale delle Dimore Storiche, promossa dall’Associazione Dimore Storiche Italiane (ADSI), aprendo gratuitamente le porte di due gioielli del patrimonio culturale isolano: Palazzo Amat nel cuore di Cagliari e Villa Asquer nella sua oasi paesaggistica. L’iniziativa, che coinvolge oltre 500 dimore in tutta Italia, rappresenta un’occasione unica per immergersi nella storia e nell’architettura di luoghi spesso inaccessibili, ma centrali nel racconto dell’identità territoriale.
Il Palazzo Amat, affacciato su via Lamarmora e piazza Indipendenza nel quartiere Castello di Cagliari, è uno degli esempi più eleganti dell’architettura nobiliare cittadina. Di proprietà della famiglia Amat dal 1801, fu ampliato e restaurato nel 1890 dal senatore Edmondo Sanjust, mantenendo lo stile sobrio ed essenziale dei palazzi storici cagliaritani, con facciate lineari, balconi in ferro battuto e forti cornici architettoniche.
Poco fuori città, nel vasto paesaggio della provincia, si potrà visitare anche Villa Asquer, circondata da un parco di 23 ettari riconosciuto come bene tutelato dalla Regione Sardegna. Un luogo in cui la natura dialoga con la mano dell’uomo in un perfetto equilibrio tra boschi spontanei, giardini all’italiana, fontane e un bosco esotico unico nel suo genere. Spiccano le 2.100 palme, appartenenti a 24 specie diverse provenienti da tutto il mondo, che conferiscono al parco una straordinaria varietà e valore botanico. Il 41% della tenuta è occupato da boschi autoctoni, gestiti con interventi costanti per garantire la conservazione di questo patrimonio ecologico.
L’iniziativa, patrocinata dal ministero della Cultura, Anci, Enit e dalla Commissione Italiana per l’Unesco, non è solo una celebrazione della bellezza architettonica e paesaggistica, ma anche un’importante leva per lo sviluppo economico e sociale dei territori. Come ricorda Giacomo di Thiene, presidente di Adsi, “le dimore storiche non sono solo testimonianze del passato, ma veri motori di crescita, capaci di generare occupazione, sostenere le comunità locali e attrarre un turismo di qualità”. Il dato è chiaro: il 54% delle dimore si trova in comuni con meno di 20.000 abitanti e una su quattro è inserita in contesti rurali, contribuendo a contrastare lo spopolamento e a sostenere le microeconomie locali.