“Di scuola lavoro non sì può morire”. È lo striscione mostrato dagli studenti ieri mattina nel corso di una protesta a Cagliari davanti alla sede di via Giudice Guglielmo dell’ufficio scolastico regionale.
Il riferimento è alla morte dello studente Lorenzo Parelli, il 18enne deceduto in una fabbrica della provincia di Udine nell’ultimo giorno di un programma di alternanza scuola-lavoro. È il prologo della mobilitazione in programma in tutta Italia, e anche in Sardegna, venerdì prossimo.
“La morte di Lorenzo non è un incidente – dichiara Mattia Perra, responsabile locale del Fronte della Gioventù Comunista – in questi anni si sono già verificati gravi incidenti che hanno coinvolto studenti che svolgevano stage, ma non è stata presa alcuna misura che tutelasse la loro sicurezza o che mettesse in discussione il sistema dell’alternanza scuola-lavoro”.
Pronti a scendere in piazza. “Non si può morire a 18 anni lavorando gratis dentro un’officina – continua Perra – Oggi i ministri del governo Draghi piangono lacrime di coccodrillo, mentre stanziano altri miliardi per finanziare il sistema dell’alternanza scuola-lavoro con il Pnrr. Tutte le forze politiche che hanno sostenuto e votato la ‘Buona Scuola’ hanno pesanti responsabilità su questa situazione. È un sistema marcio quello che insegna a milioni di giovani che è normale lavorare gratis senza diritti e sicurezza, per abituarli a un futuro di sfruttamento e miseria. Per questo scenderemo in piazza venerdì 28 gennaio, come in decine di città italiane. Invitiamo tutti gli studenti e i lavoratori a unirsi alla nostra protesta, perché c’è in gioco la nostra vita e il nostro futuro. La morte di Lorenzo non passerà sotto silenzio”.