Clamorosa svolta nel processo in Corte d’assise d’appello a carico di Pino Vandi, Nicolino Pinna e Mario Sanna, accusati per la morte di Marco Erittu, il detenuto sassarese deceduto il 18 novembre del 2007 nella sua cella all’interno del carcere di San Sebastiano, a Sassari. Dopo alcune ore di camera di consiglio, la Corte ha disposto una nuova perizia per accertare le cause esatte della morte: un provvedimento che riapre l’intero processo, che a questo punto dovrà ripartire da zero. All’epoca dei fatti Pino Vandi (presunto mandante) e Nicolino Pinna (avrebbe aiutato a simulare il suicidio) erano detenuti a San Sebastiano, mentre l’agente di polizia penitenziaria Mario Sanna avrebbe consentito al presunto omicida di entrare nella cella di isolamento dove Erittu era stato rinchiuso dopo un episodio di autolesionismo.
Archiviato inizialmente come suicidio, il caso era stato riaperto in seguito alle dichiarazioni del pentito Giuseppe Bigella, che si era autoaccusato del delitto chiamando in correità gli altri imputati. La Corte d’assise aveva assolto tutti spiegando che l’istruttoria dibattimentale non aveva consentito “di acquisire, oltre alle dichiarazioni accusatorie di Bigella, elementi idonei dotati di un minimo di certezza tali da far ragionevolmente ritenere che la morte di Erittu sia da ricondurre a un omicidio piuttosto che a un suicidio”. Nel processo di appello in corso a Sassari il procuratore generale ha cercato di ribaltare la sentenza di primo grado sollecitando per i 3 imputati la condanna all’ergastolo. Oggi era atteso il verdetto, ma la Corte ha deciso per la nuova perizia riaprendo di fatto il processo. Spetterà al medico legale Sergio Lafisca, il consulente di Venezia al quale nell’udienza di venerdì 17 febbraio sarà affidata una nuova perizia, chiarire i numerosi punti oscuri relativi alla morte di Erittu.