Delitto Macomer: accertamenti dei periti del Ris su piccone, guanti e corda

I periti dei Carabinieri del Ris di Cagliari hanno giurato davanti al Procuratore della Repubblica di Oristano, Ezio Basso, e alla sostituta procuratrice dei minori, Maria Chiara Manganiello, per procedere agli accertamenti irripetibili sull’indagine per l’omicidio di Manuel Careddu, il 18enne ucciso l’11 settembre scorso da un branco di giovani e la cui salma è ritrovata in un terreno alla periferia di Ghilarza dopo oltre un mese. Gli esami sono fissati per lunedì 19 novembre alle 15 nella sede dei Ris in Piazza San Bartolomeo. Gli esperti, che avranno 60 giorni per depositare le perizie, dovranno esaminare il piccone che sarebbe stato usato per uccidere il 18enne nei pressi del lago Omodeo, ma anche i guanti di lattice trovati sul luogo dell’omicidio. Esamineranno inoltre un coltello, forse utilizzato per tagliare i vestiti della vittima, e un pezzo di corda che dovrà essere comparata con un’altra trovata a casa di uno dei sei indagati, tra i quali due minorenni, tutti attualmente in carcere. Ai Ris anche il compito di trovare eventuali tracce biologiche nelle autovetture.

Dopo l’autopsia e l’esame del Dna, affidati al super-perito torinese Roberto Testi, medico legale che ha lavorato ai casi di Cogne e Garlasco, anche i militari del Raggruppamento indagini scientifiche hanno ricevuto l’incarico da parte dei capi-inquirenti di effettuare esami utili per accertare i distinti ruoli degli indagati. Per il padre di Manuel era presente al conferimento dell’incarico il legale di fiducia, Gianfrancesco Piscitelli, mentre per due degli indagati Nicola Caboni e Riccardo Carta erano presenti l’avvocata Roberta Congia e Francesco Campanelli.

 

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