Dal lavoro negli uffici postali alla passione per il restauro: la storia di Daniele Piras di Samassi

Il lavoro in diversi uffici postali della Sardegna Meridionale e la passione per il restauro. Sono questi gli elementi chiave della storia di Daniele Piras, 46 anni, di Samassi. In Poste Italiane dal 2006, è attualmente applicato nel ruolo di come operatore di sportello ed è un grande amante del recupero di oggetti “vintage”.

“Io credo che il nostro lavoro abbia una forte valenza sociale – sottolinea Daniele – e che ciò che rende unica la nostra azienda è la presenza capillare nel territorio, soprattutto nelle piccole comunità: lavorando in molti piccoli paesi del Sud Sardegna ho capito che, per tanti, rappresentiamo uno dei pochi presìdi ancora attivi, un vero e proprio punto di riferimento, imprescindibile. Da persona curiosa quale sono apprezzo la mia professione perché mi offre l’occasione di scoprire luoghi diversi, la loro storia, attraverso le persone che incontro allo sportello. Ad ogni operazione, aggiungo un piccolo tassello alla mia conoscenza del territorio e questo è possibile grazie al nostro ruolo che ci consente un contatto diretto, più umano, con i clienti”.

Ma non solo: “La gente – prosegue Daniele – ha la necessità fisica di scambiare qualche parola e spesso approfitta di un’operazione allo sportello per raccontare una sua esperienza, un aneddoto, un pezzetto della sua storia, spaccati di vita, alle volte, anche molto lontani dal nostro quotidiano. Sono le stesse storie che ritrovo negli oggetti che provo a recuperare, nel tentativo di salvarli e custodirli. In questo – evidenzia l’operatore di sportello – il mio lavoro e la mia passione, hanno dei tratti in comune”.

Il suo amore per il restauro arriva dal passato. “La mia passione per il restauro – racconta – è sicuramente un tratto ereditario, dato che mio padre ha sempre amato l’antiquariato e il recupero di vecchi oggetti che trovava e io, fin da ragazzo, lo osservavo mentre nel suo laboratorio casalingo ridava loro la vita. Nel tempo ho fatto mio questo suo hobby che, vista la sua prematura scomparsa, purtroppo non ho potuto condividere appieno con lui. Gli oggetti che recupero raccontano tante storie – aggiunge – dalla loro creazione al loro impiego quotidiano, e hanno un “passato”, portano segni che ne accrescono il valore. Penso, ad esempio, alla firma di un artigiano su un tavolo, che lo rende unico o al fatto che quello stesso tavolo, posseduto da una famiglia per decenni, porti ancora addosso la bruciatura di un vecchio ferro da stiro o di una candela, dimenticati per sbaglio. Avere tra le mani un pezzo di storia che col suo vissuto racconta di se e dei suoi proprietari in maniera quasi poetica, mi affascina molto”.

Ci sono alcuni elementi che uniscono la sua passione per il restauro e il lavoro: “Se devo citare delle doti specifiche che accomunano il mio hobby e il mio lavoro – conclude l’impiegato di Poste – obbligatoriamente devo riferirmi a pazienza, passione, attenzione e cura. Aggiungo che, in ufficio, serve anche una grande capacità di ascolto, rispetto a chi si ha di fronte. Questo è l’approccio che cerco di avere sempre nella mia quotidianità, nella mia attività lavorativa e nel mio hobby: in questo modo si riescono ad ottenere risultati spesso inattesi, quelli che in grado di offrire le vere soddisfazioni.”

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