SANITÀ/1. Da Armandino Corona a Segesta. Le cliniche private e le alleanze trasversali

Chissà come l’avrebbe presa Armandino Corona, nel vedere i milanesi di Segesta fare radici in Sardegna, nell’affare dei posti letto privati. Il Gran Maestro ci teneva agli equilibri. Tant’è: da medico e patron della clinica Villa Verde, nella borghesissima e cagliaritana viale Merello, aveva i suoi prediletti per trattare su convenzioni e prestazioni. Quindi, in quota Pci era legatissimo a Emanuele Sanna, mentre sul fronte diccì preferiva di gran lunga Paolo Fadda. E non a caso, l’uno e l’altro sono stati assessori regionali alla Sanità. E nessuno dei due mancò per l’ultimo saluto a Corona, nella basilica di Bonaria, quand’era il 4 aprile del 2009.

OBIETTIVO MANCATO. Il Gran maestro aveva il suo pupillo anche tra le famiglie delle cliniche sarde. Precisamente Andrea Pirastu, uno tutto falce e martello in gioventù (da grande è passato dal rosso all’azzurro e con Mariolino Floris è stato assessore all’Industria). L’erede della Villa Elena aveva vent’anni, quando frequentava la Fgci. Poi la folgorazione sulla via di Corona che lo portò dentro il Partito repubblicano. Ma il predestinato venne boicottato da altri due ragazzi che si facevano notare. Uno era Piergiorgio Massidda, poi diventato senatore pidiellino e oggi presidente dell’Autorità portuale cagliaritana; l’altro Franco Turco, il più giovane assessore d’Italia, quando di anni ne aveva ventidue e venne scelto a Quartu per guidare la Pubblica istruzione, oggi è segretario regionale di “Fermare il declino” (per inciso: pure Oscar Giannino era repubblicano).

QUOTE QUATTRO MORI. Resta il fatto che Pirastu, dal 2009, presiede l’Aiop isolana, l’associazione che raccoglie i patron delle cliniche private, almeno quelli sardi, visto che la fetta dei posti letto in mano a Segesta risulta affiliata Aris. Che poi: se i Pirastu avevano il bollino comunista, lo scudo crociato era la fede dei Floris, quelli che fanno capo a Emilio, l’ex sindaco di Cagliari, oggi inquilino a Palazzo Madama. I Floris hanno due cliniche: a Cagliari la Sant’Antonio, a Oristano la Madonna del Rimedio. Tra i “Quattro  Mori” si ritaglia il suo spazio la famiglia di Benni Muleddu che detiene il cento per cento di azioni alla Sant’Anna, sempre a Cagliari. L’imprenditore Alberto Loi, invece, ha in mano la struttura di Decimomannu, l’unica, tra le undici esistenti, che può vantare l’accreditamento definitivo, ovvero è in regola. Dna sardo pure al Policlinico sassarese di viale Italia.

L’EPILOGO. Corona lasciò Villa Verde quando gli Aresu, proprietari dell’immobile, decisero di venderlo. Fine dell’avventura in clinica, ma la licenza non rimase nel cassetto. La comprò Antonio Macciotta, l’uomo del crac alla “Città di Quartu”, uno che, insieme a Sergio Porcedda, l’ex del Bologna calcio, aveva presentato un’offerta per rilevare l’ex ospedale Marino di Cagliari, diventato ormai un rudere sulla spiaggia (ma questa è un’altra storia).

Alessandra Carta

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