Cura del melanoma con il nuovo approccio “a sandwich”, Sassari all’avanguardia

I pazienti con melanoma avanzato e che presentano una mutazione del gene Braf possono ottenere un beneficio clinico dalla combinazione di due trattamenti: l’immunoterapia seguita dalla terapia molecolare con inibitori specifici del gene Braf mutato. È quanto emerge dallo studio internazionale Secombit (Sequential combo immuno and target therapy study), i cui risultati sono stati pubblicati il 1° settembre sulla prestigiosa rivista internazionale di oncologia Journal of Clinical Oncology e dal 9 al 13 settembre saranno presentati al congresso European Society of Medical Oncology in programma a Parigi.

Lo studio ha visto la partecipazione di 37 centri medici accademici in nove Paesi europei e rappresenta il primo protocollo clinico in grado di fornire indicazioni utili da trasferire nella pratica clinica per il trattamento dei pazienti con melanoma maligno. Sono stati coinvolti 209 pazienti.

Lo studio, che vede quale ricercatore principale il professor Paolo Ascierto dell’Istituto Irccs “Pascale” di Napoli e coinvolge il professor Giuseppe Palmieri (nella foto di copertina), ordinario di Oncologia Medica dell’Università di Sassari e responsabile del programma di Immuno-oncologia e bioterapie oncologiche mirate dell’Aou di Sassari e della sede di Sassari dell’Istituto di Ricerca Genetica e Biomedica del Cnr. Palmieri è co-ricercatore dell’iniziativa scientifica.

«Lo studio – afferma il professor – ha anche fornito per la prima volta dei dati prospettici sugli esiti di sopravvivenza e sul beneficio clinico di lungo termine per un terzo approccio, cosiddetto a sandwich. In questo caso l’immunoterapia è preceduta da un breve trattamento con terapia target e potrebbe essere efficace nei pazienti con un carico di malattia maggiore o con malattia più aggressiva. Questo dato, però, necessita di un più esteso controllo periodico (follow up) per essere proposto nella pratica clinica».

“Ilruolo di Sassari – scrivono dalla Aou – sarà importante perché qui verrà gestita la parte di ricerca traslazionale dello studio e che fornirà importanti informazioni sulle caratteristiche clinico-patologiche e molecolari dei pazienti responsivi e resistenti al trattamento in sequenza”.

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