Sale la tensione a Orgosolo dopo l’ennesimo episodio di intimidazione nei confronti dell’impresa che sta eseguendo i lavori alla diga di Cumbidanovu. Sulla parete del muraglione della chiesa di San Marco è comparsa una scritta minatoria: “Via la mafia siciliana dalla diga”, realizzata con vernice nera, probabilmente nel fine settimana scorso. Questo nuovo atto di vandalismo segue una serie di episodi, tra cui gli spari contro le auto di alcuni operai impegnati nel cantiere e il ferimento di un operaio forestale due settimane fa.
Questi attacchi stanno alimentando un clima di crescente preoccupazione nel paese, già segnato da tensioni legate ai lavori della grande infrastruttura. Il sindaco di Orgosolo, Pasquale Mereu, aveva convocato una riunione pubblica venerdì scorso per condannare con fermezza la violenza. “È un dispiacere per noi registrare questi episodi”, ha commentato Ambrogio Guiso, presidente del Consorzio di bonifica della Sardegna centrale, l’ente appaltatore dei lavori, nelle parole riportate dall’Ansa.
“La ditta che sta eseguendo i lavori è di Vicenza, non ha nulla a che fare con la Sicilia. Solo alcuni tecnici sono siciliani, ma sono professionisti che difficilmente si trovano localmente”. L’azienda, che ha preso in carico il cantiere lo scorso novembre, ha già assunto 15 lavoratori di Orgosolo e prevede di assumere altri 17 dipendenti entro gennaio. Inoltre, l’indotto, come il servizio catering e le pulizie, potrebbe coinvolgere imprese locali, a condizione che ci siano le competenze necessarie.
La diga di Cumbidanovu rappresenta un progetto strategico per la Sardegna centrale, con un investimento complessivo di 144 milioni di euro. Una volta completata, la struttura avrà una capacità di 13,32 milioni di metri cubi e servirà per garantire l’approvvigionamento idrico a 2.800 ettari di terreni agricoli e a diversi comuni della Barbagia e della Baronia, tra cui Orgosolo, Oliena, Nuoro, Orune, Lula e Dorgali. Inoltre, la diga fornirà anche energia elettrica e potrà contribuire a migliorare la rete idrica della bassa Baronia, area che ha sofferto in modo particolare la siccità quest’anno.