Critica sui social il libro di Vannacci: minacce di morte a un docente di Cagliari

Minacce, anche di morte, a un docente dell’Università di Cagliari per aver criticato sui social il discusso libro del generale Roberto Vannacci. “Te ne devi andare dall’Italia, tu e tutti i depravati come te, prima che apriamo la caccia…meglio che lo fai con le tue gambe da in piedi”.

È il post più pesante pubblicato sulla sua bacheca dopo aver contestato il libro dello scrittore-militare. Per questo il rettore dell’Università di Cagliari, Francesco Mola, e il direttore generale dell’ateneo, Aldo Urru, a nome di tutta la comunità universitaria, hanno espresso la loro “piena e incondizionata solidarietà al collega Massimo Arcangeli pesantemente minacciato nell’esercizio della libera espressione di pensiero e di parola”.

Il docente, ordinario di Scienze dell’antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche, che era stato il primo firmatario di una petizione alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni contro il testo di Vannacci, ha già annunciato di aver dato mandato al suo legale di denunciare il titolare del profilo alle forze di polizia, insieme ad altri autori di commenti minacciosi. “Seguiranno la stessa sorte nei prossimi giorni, tutti quelli che hanno provato a intimidirmi con le armi della diffamazione, della denigrazione e dell’offesa personale”, afferma Arcangeli.

L’ateneo è con lui. “L’Università di Cagliari – si legge nel comunicato – è da sempre luogo inclusivo e mai divisivo di ideali, progetti, idee e opinioni, un luogo di confronto aperto e libero nel quale ognuno deve sentirsi al sicuro e protetto al di là dei propri orientamenti di tipo politico, religioso, culturali o di genere. Lo stesso senso di sicurezza e protezione deve avvenire nel contesto sociale in cui viviamo e per il quale l’Ateneo svolge un importante ruolo di disseminazione e diffusione di princìpi costituzionalmente sanciti, fondati sull’ eguaglianza e sulla libertà. Pertanto, non possiamo fare altro che condannare gesti o parole di tale viltà che hanno come unico obiettivo minare alla base la nostra istituzione e la società civile in cui operiamo”.

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