Crac Sept, la difesa di Cappellacci: “Legittima l’acquisizione dell’azienda”

“Quell’operazione era l’unica che si poteva fare, altrimenti c’era il rischio di perdere tutto il credito da oltre 450 milioni di lire che la Sept vantava con la Simeone srl”. Lo ha ripetuto in aula l’avvocato Guido Manca Bitti, difensore dell’ex governatore Ugo Cappellacci (Fi) per il quale l’accusa aveva chiesto la condanna a tre anni e mezzo di reclusione nell’ambito del processo sul crac della Sept Italia, fallita nel 2010. Nello stesso processo il pm ha chiesto la condanna a 8 anni per il sindaco di Carloforte, Marco Simeone. “Era stata un’operazione di grande prestigio – ha ripetuto il legale di Cappellacci, chiedendo la sua assoluzione assieme al docente Dionigi Scano (per il quale il pm ha chiesto tre anni e mezzo), entrambi sotto accusa in veste di componenti del cda della Sept – conclusa nella maniera migliore e nell’interesse dell’azienda. L’accusa di bancarotta è crollata – ha ribadito il difensore – in sede di dibattimento”.

Sul banco degli imputati sono in 13 chiamati a rispondere di bancarotta per il fallimento della società. Un’ora di arringa, quella del difensore Manca Bitti che ha ribadito la legittimità dell’acquisizione della Simeone Srl da parte della Sept, avvenuta anni prima e che – per l’accusa – avrebbe aggravato le difficoltà economiche dell’azienda. La Sept aveva sede a Cagliari, ma con uno stabilimento a Quartu Sant’Elena. L’ex governatore era consigliere delegato e, secondo l’accusa, avrebbe avallato proprio l’acquisto di una società dello stesso Simeone. Il buco stimato della Sept è stato di 10 milioni di euro. Simeone, in particolare, era finito in carcere nell’ottobre 2012 e liberato dopo dieci mesi di custodia cautelare. Il 6 luglio parlerà la difesa del sindaco di Carloforte.

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