Tutti gli imputati rinviati a giudizio, compresi l’editore Niki Grauso e il successore Alberto Rigotti, mentre Carlo Momigliano, vicepresidente della concessionaria di pubblicità Publiepolis, ha chiesto e ottenuto di essere processato con il rito abbreviato. Si è chiusa così l’udienza preliminare per il crac da 130 milioni di euro del gruppo editoriale Epolis, che pubblicava numerose testate in varie regioni d’Italia. Il Gup del Tribunale di Cagliari, Giovanni Massidda, ha dunque accolto la richiesta del pubblico ministero Giangiacomo Pilia che contesta per tutti la bancarotta, fissando il processo per il 30 settembre prossimo davanti al collegio. Sono accusati di aver causato il fallimento della società Epolis e della concessionaria pubblicitaria Publiepolis il finanziere trentino Alberto Rigotti e il suo predecessore alla guida del gruppo, Nicola Grauso, fondatore dei giornali Free Press che venivano editi in viarie regioni. Stralciata la posizione della 72enne Luisella Garau, amministratore unico dal 2005 al 2007.
L’inchiesta aveva portato all’arresto dei vertici societari: oltre a Rigotti, la vicepresidente della società, Sara Cipollini, 43enne di Legnano ma residente in provincia di Como, e il consigliere di amministrazione Vincenzo Maria Greco, 70 anni, napoletano residente a Roma. Per Cipollini e Greco furono disposti da subito gli arresti domiciliari, mentre per Alberto Rigotti si aprirono le porte del carcere. La Procura aveva poi formalizzato la richiesta di rinvio a giudizio per il fondatore del gruppo Nicola Grauso, 66 anni, cagliaritano ma residente a Roma, Francesco Ruscigno, 56, di Aversa, Alessandro Valentino, 43, di Barletta, Carlo Momigliano, 62, di Milano, Franco Manconi, 69, di Cagliari, Giuseppe Virga, 67, di Roma, Mauro Marciano, 58, di Roma, Stefano Gobbi, romano di 48, Francesco Raia, 67, di Iglesias, Michela Veronica Crescenti, 46, di Ospedaletto, John Gaethe Visendi, milanese di 51, Anna Abbatecola, 49, di Calvenzano, le sorelle Rosalba e Rosanna Chielli, 54 e 44, di Prato, e Claudio Noziglia, 62, di Milano. Decine di giornalisti che avevano perso il lavoro si sono già costituiti parte civile e altri potrebbero formalizzare la costituzione a settembre quando inizierà il processo, mentre il 21 giugno davanti al Gup Massidda inizierà l’abbreviato ottenuto da Carlo Momigliano.