Compare anche il nome di Nichi Grauso nell’ordinanza di custodia cautelare che questa mattina ha portato all’arresto di Alberto Rigotti, Sara Cipollini e Vincenzo Maria Greco per il fallimento di Publiepolis, la società che gestiva la pubblicità per i quotidiani del gruppo Epolis. Grauso risulta indagato per bancarotta insieme a Rigotti, Cipollini, al consigliere di amministrazione Vincenzo Ruscigno ed altre cinque persone (Luisella Garau, Alessandro Valentino, Fanco Manconi, Mauro Marciano e Giuseppe Virga) collegate a Publiepolis ed Epolis per il fallimento proprio del gruppo Epolis. Sotto i riflettori degli inquirenti è finito l’anno 2006 quando Grauso era editore del quotidiano. Grauso e uno degli indagati avrebbero approvato il bilancio relativo all’esercizio del 2006 “con dati non veritieri alterando il risultato finale di esercizio che avrebbe dovuto riportare una perdita di gran lunga superiore pari a 32.286.891 euro e quello risultante dal bilancio approvato per l’anno 2006 pari a 2.486.551 milioni di euro”. Avrebbe inoltre aggravato il dissesto della società fallita Epolis astenendosi dal richiedere la dichiarazione di fallimento “atteso che sin dal periodo di imposta 2006 non venivano pagate regolarmente le ritenute alla fonte ed i contributi dei lavoratori dipendenti. Il totale dei debiti al 31 dicembre del 2006 ammontava ad oltre 34 milioni di euro e le perdite reali ammontavano a circa 32 milioni di euro”.