“Test rapidi in tutti i punti di arrivo della Sardegna, porti e aeroporti”. Dopo il riacutizzarsi dei contagi nell’Isola e sulla scia delle polemiche per i controlli sanitari in ingresso e uscita dalla Sardegna, anche l’associazione che riunisce i campeggi prende posizione.
“Nei nostri campeggi garantiamo oltre 100 metri quadri di spazio a persona ma è necessario a monte anche il test perché, vista l’emergenza, oltre al buon senso e alla buona fede è necessario anche il rigore dei dati scientifici che garantiscono la giusta serenità a tutti per poter convivere con il Covid e poter usufruire delle vacanze spensierate di cui abbiamo bisogno quest’anno più che mai”, spiega Nicola Napolitano presidente regionale di Faita.
“A causa dell’emergenza sanitaria, oggi anche economica, l’industria del turismo sardo quest’anno è in profondo rosso: nel 2019 le presenze nei campeggi furono 2,6 milioni con un fatturato di circa 230milioni di euro. L’obiettivo di questa stagione disastrosa è riuscire a salvare al meno il 20 per cento fermando le perdite all’80 per cento”, scrive l’associazione.
“Questi mesi confusi ci hanno comunque insegnato che le persone sono il veicolo del virus, e sono loro che lo portano in giro per il mondo. Per questo non c’è ragione per non sottoporsi a un tampone, un test o come lo vogliamo chiamare per mapparne la diffusione e accertarsi di essere sano. Questo è l’affermazione del principio di giustizia della salute, ed è il modo migliore anche per dare una chance alla tenuta del turismo. Un modello che dovrebbe adottarsi in tutto il mondo a garanzia delle persone e dei contesti economici e sociali coinvolti”, scrive il presidente Napolitano.
“Adesso, visto il poco tempo a disposizione che rimane per la chiusura della stagione estiva, occorre agire immediatamente mettendo in campo un sistema sicuro quanto agevole che garantisca vacanze per i turisti e lavoro per le attività turistiche”.