È sulla scrivania del sostituto procuratore di Sassari, Paolo Piras, un voluminoso faldone consegnato dai carabinieri del Nas, guidati dal comandante Gavino Soggia. Il faldone è il termine della prima parte di indagini sulle morti e sui contagi da Covid-19 in tutto il territorio provinciale. Tra il materiale raccolto, documenti, relazioni e altre attività di verifica svolte dall’Arma negli ospedali e nelle case di cura per anziani, dove si sono registrate numerose vittime. Ora tutto sarà vagliato dal procuratore Gianni Caria e dal sostituto Piras, che dovranno decidere se nominare dei consulenti per approfondire le indagini su particolari aspetti della vicenda.
Sulle morti da Covid ci sono più fascicoli che viaggiano parallelamente: un’inchiesta generale riguarda il modo in cui si sono sviluppati i contagi all’ospedale Santissima Annunziata di Sassari. Sotto la lente anche avvenimenti particolari. Uno riguarda, per esempio, la scomparsa dell’ambulante 51enne di Ossi, Roberto Pais, morto il 22 marzo nel reparto Rianimazione dell’Aou di Sassari. L’uomo era arrivato in ospedale il 17 marzo, dopo che per quattro giorni la famiglia aveva cercato disperatamente aiuto chiedendo l’intervento di un’ambulanza. Secondo la denuncia dei suoi parenti, rappresentati dall’avvocata Alessandra Delrio, l’uomo aveva iniziato a star male intorno al 7 marzo, accusando una lieve febbre. Il 13 marzo le sue condizioni si erano aggravate e la febbre era salita in maniera preoccupante. “In quattro giorni la famiglia ha fatto mille telefonate per chiedere soccorso, tutte finite nel vuoto”.
L’inchiesta della Procura sui contagi e sulle morti da Covid-19, per ora non riguarda i fatti relativi alla seconda ondata della pandemia, quelli verificatesi nel mese di agosto. Tornando alla denuncia dei familiari della prima vittima di Coronavirus a Sassari, soltanto la sera del 17 marzo, disperati, questi si erano rivolti ai carabinieri e un’ambulanza aveva trasportato Roberto Pais al pronto soccorso del Santissima Annunziata. Qui, secondo la denuncia della famiglia, l’uomo sarebbe rimasto ventuno ore su una barella, prima di essere trasferito in Rianimazione. “Nessuno ha avvisto la moglie che il marito era stato intubato ed era privo di conoscenza”, continua l’avvocata. “Ci sono molti aspetti da chiarire in questa tragedia e ci aspettiamo che sia fatta chiarezza al più preso. Abbiamo la massima fiducia nel lavoro della Procura di Sassari, chi ha delle responsabilità dovrà risponderne in tribunale”.
[Nella foto il tribunale di Sassari]