Covid, nuova ordinanza sotto accusa. Aperta istruttoria dal ministro Boccia

Il ministro per gli affari regionali, Francesco Boccia ha aperto “una istruttoria” sulla legittimità delle recenti ordinanze della Sardegna e del Piemonte. Lo ha annunciato ieri lo stesso esponente del Governo precisando che sotto i riflettori ci sono le decisioni prese dalle due Regioni in merito al “passaporto sanitario”, nel caso della Sardegna, e della scuola, da parte del Piemonte.

“Sulla scuola – ha detto Boccia – mi sarei aspettato un contributo dalla destra, quello che non abbiamo avuto prima. Quello che non è ammissibile è che in queste ore alcune regioni, penso a Piemonte e Sardegna, approvino delle ordinanze per proprio conto, dopo aver chiuso all’unanimità con tutte le altre regioni accordi che hanno messo in sicurezza una serie di servizi tra cui scuola o trasporti”. Boccia ha quindi annunciato da parte del suo dicastero una verifica della legittimità delle ordinanze: “Quando le istruttorie verranno completate ci pronunceremo”. Parlando dell’ordinanza della Sardegna, Boccia ha commentato: “non esiste in nessun Paese un passaporto sanitario, non tra un Paese e un altro, figuriamoci tra una regione e l’altra. O siamo persone serie o significa usare le istituzioni per fare propaganda, ed è inammissibile. Non esiste nessun passaporto – ha insistito Boccia – è incostituzionale dire che uno si può muovere solo se è sano, oltre al fatto che non serve a niente se è per il Covid”. Il ministro ha poi criticato il governatore Solinas per la gestione della situazione in estate: “tutto il Sud ha avuto numeri straordinari nel Turismo. Non hanno avuto meno turisti, ma non ci sono stati i positivi della Sardegna. Se diciamo che col Covid devi mettere la mascherina e osservare le distanze, è evidente che quella è la strada per abbassare i rischi”.

La nuova ordinanza Regionale era stata fortemente criticata dalle opposizioni che l’avevano definita “inapplicabile, ambigua, incompatibile con la Costituzione, un boomerang per il settore turistico”. Ma non solo. Ieri anche la sezione turismo di Confindustria Centro Nord Sardegna aveva chiesto alla Regione di fare “chiarezza una volta per tutte sull’obbligo di test con risultato di negatività al covid per i passeggeri che arrivano in Sardegna”.

“La Regione invita chi arriva in Sardegna a presentare una certificazione di negatività al Covid; se questa certificazione manca è (forse) obbligatorio il test, molecolare o antigenico. I dubbi sono tanti – aveva sottolineato il presidente, Nicola Monello – viene fatto in automatico dall’azienda sanitaria competente o deve essere chi arriva in Sardegna a richiederlo rimanendo in isolamento nell’attesa del risultato? Come si fa, con un minimo preavviso, a domandare ai turisti un test negativo eseguito nelle 48 ore precedenti al loro arrivo?, si chiedeva Monello. “In particolare sollecitiamo un chiarimento sul comma 2 dell’articolo 10 dell’ordinanza: non si capisce quando e come chi arriva verrà sottoposto al tampone. Ma chi li chiama? Dove devono andare? I tamponi vengono fatti già in aeroporto? E l’isolamento fiduciario è per tutti coloro che arrivano sprovvisti di un test negativo o è solo per coloro che vengono contattati e che sono in attesa dell’esito del tampone? Ancora: se il turista effettua il test nel suo paese, il referto potrebbe arrivare durante la vacanza. Nel frattempo, anche qui, isolamento fiduciario? C’è purtroppo tanta confusione che sta generando una battuta d’arresto nelle prenotazioni e cancellazioni degli arrivi attesi nei prossimi giorni”.

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