Covid, malore dopo la dose di vaccino: infermiera accusa nausea e formicolio

Un malore dopo il vaccino anti-Covid e una prima indicazione che dovrà essere confermata dalle ulteriori analisi nelle prossime ore: possibile shock anafilattico. È successo a una infermiera di 48 anni dell’Aias di Belvì, nel Nuorese. Come ha raccontato oggi il quotidiano l’Unione Sarda e come confermato all’Ansa dal marito della donna, l’infermiera ha ricevuto la prima dose del vaccino Pfitzer venerdì alle 12.30, ma le prime avvisaglie di un malore sono arrivate sabato pomeriggio: formicolio in tutto il corpo, respirazione faticosa e conseguente desaturazione, nausea e vomito.

La donna è stata così portata alla guardia medica in servizio ad Aritzo, dove è stata sottoposta a un trattamento di emergenza con adrenalina e cortisone. Alla fine del trattamento, il medico ha chiamato il 118 per il trasporto in ospedale a Nuoro. Attualmente sono ancora in corso le analisi per capire se la causa del malore sia direttamente riconducibile al vaccino. Il marito fa sapere che la donna non ha allergie o patologie evidenti.

L’uomo racconta anche dell’odissea per raggiungere l’ospedale più vicino a 80 chilometri di distanza. “Siamo arrivati di notte e abbiamo trovato un solo medico, un infermiere e due Oss per una lunga fila di pazienti – ha detto il marito all’Ansa – hanno sottoposto mia moglie ai prelievi e alle due di notte mi hanno richiamato per andarla a riprendere, la avevano dimessa con la prescrizione di una serie di visite: risonanza magnetica, cardiologica e neurologica. Visite che dovrà fare in parte a pagamento tra Cagliari e Nuoro. Ora io dico – prosegue -: noi siamo lontano da tutto ma abbiamo la possibilità economica e i mezzi per sottoporci a lunghi viaggi. Ma chi non può farlo? E c’è un altro problema: mia moglie sarebbe potuta essere tenuta in osservazione in ospedale visto che costituisce un precedente per la campagna di vaccinazione in corso e sarebbe servito studiare il suo caso. Purtroppo questo non è stato. Mia moglie non sta ancora bene – conclude il marito – ma dopo la nostra esperienza è meglio stare in un luogo vicino al Pronto Soccorso”.

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