Al Santissima Trinità di Cagliari, riferimento della sanità regionale nella cura del Covid, i medici hanno deciso di aprire la guerra al management. Nel mirino i disservi organizzativi e sanitari che, stando a quando scritto dal sindacato Anaao-Assomed, esistono e sono causa di “problemi a livello legale”. In buona sostanza, i dottori rilevano profili di illegittimità nella gestione dell’assistenza.
Il sindacato ha diffuso oggi una lunga nota. Nel mirino il sesto reparto Covid dell’ospedale, dove saranno destinati “medici con specializzazioni non equipollenti“. Dopo la diffida inviata alle Assl dell’Isola per gli stessi motivi, Anaao-Assomed chiede che vengano reperiti “i professionisti necessari” e non messe pezze financo peggiori del buco, sempre secondo la nota diffusa..
Al Santissima Trinità, per Anaao-Assomed il direttore Sergio Marracini sta ammettendo il reclutamento nel nuovo reparto Covid di dottori che non sono specializzati né in Malattie infettive né in Rianimazione. “La soluzione prospettata – scrive il sindacato – sarebbe l’ordine di servizio per i medici delle due specialità chirurgiche. Un precetto chiaramente non a norma e che pone notevoli problemi a livello legale, in quanto non vi è equipollenza tra le discipline in questione”.
Dall’Anaao-Assomed mettono poi in evidenza una situazione da equilibrismo circense. “Al Santissima Trinità si è reso necessario aprire anche la degenza Covid 6, ubicandola nel reparto di Chirurgia generale che già ospitava Urologia“, spiega il sindacato. In questi modi i ricoveri della stessa Chirurgia verrano gestiti insieme a quelli “di Otorinolaringoiatria“. Il tutto utilizzando “infermieri che vantano ottime professionalità ma senza alcun addestramento né chirurgico né urologico”.
Non è tutto. Anaao-Assomed denuncia che “di fatto si andranno a creare criticità molto gravi: i chirurghi, per loro formazione, offrirebbero una assistenza non adeguata a pazienti affetti da patologia internistica infettivologica, respiratoria e rianimatoria”. Il sindacato parla di poi di un altro “e non meno importante vulnus: così facenbdo si sguarnirebbero gli organici di chirurghi e urologi già carenti e con notevole carico di lavoro, aggravando le difficoltà esistenti nel garantire i livelli di assistenza basilari e la copertura delle urgenze”. Ciò “costringe i medici a turni massacranti, fuorilegge e che incrementano il rischio clinico“.
Il sindacato ricorda “il recente concorso per i medici, assunti per coprire tali carenze anche nei reparti Covid”. Dunque risorse che “si potrebbero anche sfruttare” attraverso “manifestazioni di interesse da parte degli stessi medici interessati e di specialità equipollenti”. Il sindacato suggerisce pure “il ricorso a eventuali domande di volontari, espandendo per quanto possibile lo strumento delle prestazioni aggiuntive”. In questo modo sarebbe “ampliata la platea di medici che ne possano usufruire”. Anaao-Assomed chiude con un monito: “Non si muore di solo Covid”. Segno che sono ormai troppi gli altri reparti che si stanno sguarnendo. (al. car.)