Covid, due soli Pronto soccorso aperti: al Brotzu 10 ore di fila per i codici verdi

Che Dio la mandi buona, meglio non ammalarsi. Perché la sanità sarda in tempo di Covid è sempre più alla frutta: per tutta l’area metropolitana di Cagliari ci sono due soli Pronto soccorso aperti: al Brotzu di Cagliari e al Policlinico di Monserrato. E i tempi di attesa sono da brivido.

I dati si possono leggere sul sito Sardegna Salute. Sono aggiornati in tempo reale. C’è una sezione apposita che si chiama ‘Monitor Pronto soccorso‘. Un servizio informativo eccellente. Ma sul fronte strettamente sanitario un disastro assoluto. Alle 21 di oggi, 8 marzo, per un codice verde che ha fatto il triage, ovvero ha superato l’accettazione, il tempo di attesa era di dieci ore e undici minuti. A quell’ora al Pronto soccorso del Brotzu c’erano undici persone in codice verde, che nella scala della gravità viene dopo il rosso e il giallo e prima del bianco. Di quegli undici pazienti, sette erano in fila, mentre quattro in visita.

Basti pensare, per fare un raffronto, che al San Francesco di Nuoro non c’era fila da fare. Ugualmente a Carbonia, sebbene la sanità sia allo sfascio in seguito alla pandemia. E parliamo sempre di codici verdi. A Tempio, dove se la passano malissimo per la stessa ragione, l’attesa non ha raggiunto le due ore. Vuol dire meno di un quinto rispetto a quanto sono costretti a fare i pazienti di Cagliari e dintorni. Stesso discorso a Oristano, altro ospedale in estrema sofferenza per via del Covid: zero fila.

Nella Città metropolitana del Sud Sardegna l’altro Pronto soccorso aperto è quello del Policlinico universitario: pure lì, alla calende greche. Per i pazienti arrivati nella struttura sanitaria di Monserrato, l’attesa prevista alle 21, così come risultata da Sardegna salute, raggiungeva le tre ore e quindici minuti. Un dato sempre riferito ai codici verdi.

Prima della pandemia a Cagliari funzionavano quattro Pronto soccorso: oltre il Brotzu e il Policlinico, erano aperti il Santissima Trinità e il Marino che sono stati trasformati in ospedali Covid, senza assistenza di primo intervento per patologie ‘non Covid’ nemmeno adesso che il tasso di positività è poco sopra lo zero (oggi 8 marzo allo 0,2 per cento). Non solo: gli infetti, in tutti gli ospedali dell’Isola, rappresentano il dieci per cento dei pazienti totali, sia nei reparti ‘ordinari’ che nelle Terapie intensive, dove la soglia di sicurezza fissata dai protocolli sanitari nazionali è rispettivamente al 40 e al 30 per cento.

DA qualche mese è diventato ospedale Covid pure il Binaghi. E il ragionamento è sempre lo stesso: con un numero basso di positivi, non c’è equilibrio tra assistenza sanitaria per la pandemia e il sovraccarico di lavoro a cui sono costrretti gli ospedali come il Brotzu o il Policlinico. Dove peraltro vengono operati pure pazienti Covid. La provincia di Cagliari ha un bacino d’utenza di oltre 400mila persone. Questo dà la misura esatta sulla platea di potenziali pazienti che gravita negli ospedali del capoluogo. (al. car.)

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