La Sardegna ha la percentuale di tamponi positivi più bassa d’Italia. Secondo le rilevazioni fatte dalla Fondazione Gimbe, tra il 18 maggio e il 3 giugno, la percentuale di tamponi positivi riscontrata nell’Isola è dello 0,03 per cento: il miglior dato in assoluto tra tutte le regioni italiane. In totale, fino a ieri, il numero di test eseguiti in Sardegna è di 58.605 ma il report della Fondazione Gimbe si riferisce all’ultima settimana e da quel dato arriva il record dell’Isola dove, dall’inizio dell’emergenza coronavirus, si sono registrati 1.357 casi di contagio con 131 vittime. La buona notizia per la Sardegna arriva proprio nelle ore in cui sono stati nuovamente autorizzati gli spostamenti tra le regioni e se da una parte questo permetterà di limitare i danni per una devastante stagione turistica, dall’altra parte la riapertura dei confini porta il timore che coi nuovi arrivi ci sia il rischio di una recrudescenza del virus.
“Il monitoraggio indipendente – afferma il presidente Nino Cartabellotta, riferendosi al quadro nazionale -, conferma nella settimana 28 maggio-3 giugno sia la costante riduzione del carico su ospedali e terapie intensive, sia l’ulteriore rallentamento di contagi e decessi”. Attenzione, però. “La Fondazione Gimbe – conclude Cartabellotta – ribadisce la necessità di non abbassare la guardia perché il Paese non può permettersi nuovi lockdown: il rischio di una seconda ondata dipende, oltre che da imprevedibili fattori legati al virus, dalle strategie di tracciamento e isolamento dei casi attuate dalle Regioni e dai comportamenti individuali. Se tuttavia l’improrogabile scelta di riaprire per rilanciare l’economia si è basata solo sull’andamento dei ricoveri e delle terapie intensive, è giusto dichiararlo apertamente ai cittadini con un gesto di grande onestà e responsabilità politica”.