Il Principe Karim Aga Khan ha messo in vendita la sua villa a Porto Cervo. La mega villa, battezzata “Il Forte”, era stata costruita nel lontano 1965 a Porto Cervo su progetto di Jacques Couelle, uno dei padri della Costa Smeralda, architetto che ha inventato il concetto dell’incorporazione della casa nel paesaggio circostante. Sorge davanti al mare regalando una vista mozzafiato. Il prezzo? Dall’agenzia di intermediazione immobiliare ci riferiscono che si tratta di trattativa rigorosamente privata. “Prezzo su richiesta”, come si dice in gergo. Si tratta però nell’ordine di centinaia di milioni di euro. La villa ha dimensioni astronomiche: una superficie abitabile di 1100 metri quadri, tredici camere da letto tutte con bagno privato. Poi la spiaggia e pontile privati, attrezzati per ormeggiare imbarcazioni fino a 18 metri. Oltre alla villa e ai suoi 23 mila metri quadrati di terreni circostanti, la proprietà comprende anche gli 800 metri quadrati della casa del custode , garage e diversi locali piscina. La villa si estende su tre piani, il piano terra in cui si trovano la zona giorno e due camere da letto per gli ospiti, il primo piano con camere da letto master e un piano inferiore con zone soggiorno e camere riservate al personale oltre alla cantina. Immancabile anche una piscina riscaldata con vista sul mare. Poi il bar e la sala privata di proiezione cinematografica. L’annuncio immobiliare è stato affisso nella bacheca virtuale dell’agenzia Sotheby’s International Realty. Un pezzo di storia della Costa Smeralda che viene messa sul mercato come una proprietà immobiliare qualunque. Forse l’ennesimo segnale di un ulteriore e definitivo allontanamento dell’Aga Khan dalla sua creatura, quella Costa Smeralda fondata e creata come in una favola. E destinata a entrare nel mito.
Con la vendita della villa, a Porto Cervo gli resta solo lo Yacht Club
L’Aga Khan vende. Ma che abbia bisogno di soldi un capo religioso con un patrimonio stimato, inevitabilmente in via approssimativa, in una cifra vicina ai 10 miliardi di euro, è da escludere. Nonostante un recente divorzio del valore di 65 milioni di euro dalla ex principessa Gabrielle Thyssen. I problemi di liquidità si possono escludere anche solo pensando che l’esborso personale del Principe per tenere in piedi la compagnia aerea Meridiana, in 10 anni, ammonta a quasi 800 milioni di euro. I dipendenti della compagnia aerea devono ringraziare e certamente non possono storcere il naso anche davanti all’ultima spesa pazza dell’AgaKhan: un nuovo yacht, l’Alamshar, da 50 metri e al modico costo di 250 milioni di euro. Dunque la messa in vendita della villa di Porto Cervo, se non chiude un’epoca (che di fatto si è conclusa nel 1997), certamente indica un ulteriore allontanamento del Principe dal suo feudo più amato.
Il riavvicinamento durante la presidenza Soru, con nuovi progetti rimasti solo sulla carta
Nel 2006 c’era stato un incontro tra l’allora Governatore della Regione e Karim. Renato Soru aveva confermato gli interessi del fondatore della Costa Smeralda per i progetti turistici di diverse zone dell’isola. «L’Aga Khan potrebbe partecipare – rivelò il presidente della Regione – ai bandi internazionali per Masua e Ingurtosu». Il principe sarebbe stato pronto a investire sull’Arsenale perché questo diventasse un cantiere navale per maxi yacht, ma avrebbe avuto anche interesse per interventi finanziari a favore dell’università del Turismo e sulla sanità: l’idea era quella di realizzare, recuperando le strutture dismesse della Marina, un centro di convalescenza per la Terza Età con l’obiettivo di allungare la stagione turistica.
E poi i progetti sull’ex Arsenale. “L’Aga Khan, se ci sarà un bando internazionale, parteciperà: ha già un progetto», aveva annunciato Soru. Ma quel bando internazionale non c’è mai stato.
L’addio nel 1997 con il fallimento del progetto Masterplan 2
L’addio, quello vero, del Principe data nel lontano 1997. Quando l’Aga Khan aveva visto sfumare un investimento potenziale di 3 mila miliardi di vecchie lire che poteva e puntava a creare una nuova Costa Smeralda. Contrariato per il “muro di gomma” da parte della Regione, dalla quale aveva atteso una risposta al progetto di sviluppo presentato ben 18 anni prima, il principe Karim aveva deciso di mollare, chiudendo un’epoca durata 40 anni che aveva visto la Sardegna nord orientale, sconosciuta e selvaggia, diventare meta obbligata del turismo internazionale di alto lignaggio, grazie al “marchio” Costa Smeralda. Karim c’era approdato per caso verso la fine degli anni ’50, in barca a vela con alcuni amici ed era rimasto colpito dalle trasparenze del mare. Poco più che ventenne, diventato il 49esimo Imam degli ismailiti, aveva deciso che proprio in Sardegna avrebbe giocato la sua scommessa: realizzare un business turistico immobiliare senza violentare la natura. La Costa Smeralda nacque così, villa dopo villa, albergo dopo albergo, con il giovane principe in maniche di camicia su un Maggiolino Volkswagen cabriolet, nella polvere dei cantieri, a scegliere di persona piastrelle e arredi, a selezionare gli ospiti e creare un mito mondano prima ancora che turistico. La Costa Smeralda con il porto, lo Yacht Club e il Tennis club, il cantiere navale, la Cerasarda, persino l’aeroporto, la compagnia aerea (Alisarda prima, Meridiana ora), il golf, i supermercati, i ristoranti, i negozi. Tutto sotto il controllo di Karim, anche la gigantesca lavanderia (Biancasarda) per il bucato in alberghi e ville. Ora di quel mito non rimarrà più neanche l’ultima villa.
Giandomenico Mele