L’avvio della contabilità armonizzata e il relativo obbligo di pareggio di bilancio ha portato alcuni benefici per la finanza regionale nel 2015, in particolare sulla riduzione del disavanzo e dei residui passivi e attivi, cioè i crediti e i debiti della Regione su somme impegnate in bilancio, e sulla vertenza entrate. È quanto emerge dalla verifica del rendiconto generale della Regione del 2015 della sezione di controllo della Corte dei conti della Sardegna, che però ha sollevato dubbi sulla spesa sanitaria e del personale e sui trasferimenti alle società partecipate.
Migliora il risultato dell’esercizio dell’anno scorso con un disavanzo che passa da circa 1,4 miliardi di inizio 2015 ad oltre 1 miliardo e 393 milioni (comprese le somme accantonate e vincolate) con un decremento di poco meno di 80 mln rispetto ai 32 milioni previsti ogni anno dalla Regione per il ripiano del disavanzo in trent’anni. La relatrice Valeria Motzo ha evidenziato come l’operazione di revisione straordinaria dei residui attivi, cioè i crediti, abbia comportato una riduzione del 75,3% e del 79,1% rispetto ai valori del 2014 e 2013. Stessa situazione per i cosiddetti residui passivi, i debiti della Regione su impegni a pagare contributi o opere, con una riduzione di circa il 70% rispetto al 2014.
Quanto alla vertenza entrate, la Corte dei conti ha sottolineato che la Sardegna ha già riscosso 300 milioni di euro come anticipazione sugli arretrati, certificando di fatto l’intesa con il Mef. Riguardo al personale, i giudici contabili hanno messo in evidenza che la spesa nel 2015 ha superato i 254 milioni di euro con un incremento del 4,5%, dovuto essenzialmente all’aumento dell’aliquota Irap, ma i dubbi riguardano la quota di 185 mila euro (+65,5% rispetto al 2014) per gli incarichi e le consulenze. Su questo l’assessore della Programmazione, Raffaele Paci, in sede di replica, ha spiegato che si tratta di personale chiamato per completare i progetti evitando di perdere e di dover restituire risorse comunitarie. Sulle partecipate la Corte ha ribadito “l’incongruenza costituita dall’assegnazione di vari contributi da parte del socio Regione, considerando che tali fatti potrebbero anche contravvenire al sistema comunitario di tutela della concorrenza, alterando le regole di mercato”. Infine sulla spesa sanitaria a fronte di un decremento del 6% della spesa impegnata dall’assessorato (oltre 3,4 mld) e di un incremento dei costi di produzione, le Asl hanno registrato un disavanzo pari a -344 milioni di euro.
Spesa sanitaria. Costi di produzione, costi per il personale e spesa farmaceutica: sono queste secondo la Corte dei Conti le tre voci che nel 2015 hanno inciso maggiormente sulla spesa sanitaria della Sardegna che pesa sul bilancio per 44,4%, a fronte del 52% del 2014. Mentre l’ammontare delle assegnazione alle Asl risulta essere di oltre 2,8 miliardi di euro, con un segno meno rispetto al 2014 pari a 68,5 mln (-2,4%), le stesse aziende hanno registrato un disavanzo di 344,3 milioni derivante principalmente da un incremento del 14,2% del costo del personale, a cui sia aggiungono 53 milioni per consulenze, collaborazioni, rapporti di lavoro interinale e altre prestazioni sanitarie e non. Riguardo la spesa farmaceutica, la Corte rileva un “continuo incremento dal 2012 pari al 14,4%” e del 9,2% rispetto al 2014, nonostante la significativa riduzione della spesa convenzionata che è passata dai 322,4 mln del 2012 ai 292,4 del 2015 (-9,30%).
Le partecipate. Secondo l’analisi della Corte dei Conti, nel 2015 la Regione, ha destinato alle società partecipate oltre 426,6 milioni di euro, circa 92 mln in più rispetto al 2014 (+27,5%), comprensivo dell’aumento di capitale di Abbanoa (20 mln). La spesa del personale delle partecipate si è ridotta dell’1,5% a 218 mln, ma i giudici contabili segnalano degli incrementi: è il caso della Sotacarbo, la società per la ricerca energetica, con un incremento del 39%, di Abbanoa con un +3,5% e delle società di gestione degli aeroporti di Alghero e Cagliari, Sogeaal e Sogaer, rispettivamente +4,2% e +4,1%. In aumento anche le spese per collaborazioni coordinate e continuative (+7,7%) e per gli incarichi di studio e consulenze (+14%).
La Corte ha ricordato che “le pubbliche amministrazioni partecipanti hanno l’obbligo di fissare nei riguardi delle proprie società controllate specifici obiettivi, annuali e pluriennali, di contenimento delle spese di funzionamento, ivi comprese quelle per il personale. Le società a controllo pubblico devono recepire tali indirizzi”.