A fronte dell'”ingente impegno finanziario statale e regionale” per l’abbattimento dei tempi delle liste di attesa, la Sezione regionale di controllo della Corte dei conti (presidente facente funzioni e relatore Maria Paola Marcia) ha ravvisato nelle aziende sanitarie, ospedaliere e miste della Sardegna “carenze di coordinamento complessivo, unitamente alla inadeguata misurazione dei processi produttivi all’interno di ciascuna Azienda”. Elementi che “potrebbero vanificare gli ingenti impegni finanziari già assunti per incentivare le prestazioni aggiuntive”.
È quanto si legge nella relazione conclusiva dell’indagine della Corte che ha preso in esame 43 prestazioni ambulatoriali (14 visite specialistiche e 29 di diagnostica strumentale) monitorate con l’obiettivo di garantire al 90 per cento degli utenti l’erogazione delle prestazioni nei tempi definiti secondo le classi di priorità, così divise: U (urgente, da eseguire entro 72 ore); B (breve, entro 10 giorni); D (differibile, entro 30 giorni per le visite specialistiche ed entro 60 giorni per gli accertamenti diagnostici), P (programmata, entro 180 giorni per gli accertamenti diagnostici).
“I ‘tempi medi’, classificati per 43 prestazioni e divisi per semestre, esposti nel monitoraggio regionale, per alcune visite specialistiche “inducono seri motivi di perplessità a causa del mancato collegamento con le classi di priorità e visto il numero di giorni necessario per ottenere le prestazioni specialistiche”, sottolinea ancora la magistratura contabile. Anche riguardo ai tempi medi d’attesa (in giorni) in relazione alle diverse classi di priorità “si registrano esiti piuttosto diversificati tra le Aziende”, si legge nella relazione.
La Sezione inoltre segnala alla Regione che la “critica condizione organizzativa determina sempre più frequentemente la distribuzione della richiesta di prestazioni in aree territoriali differenti da quelle di residenza dei pazienti – è la sottolineatura -. La penalizzazione che ne discende in termini di costi economici ed umani a carico del paziente, non trova, allo stato, alcuna compensazione, poiché detti costi non sono ricompresi nei Lea (livelli essenziali di assistenza)”.