Coronavirus, poco spazio nelle scuole: Cagliari punta a soluzioni di emergenza

Questione di spazio: un problema non da poco per le scuole cagliaritane a pochi giorni dalla riapertura, prevista il 22 settembre, con una serie di norme di sicurezza da rispettare. Il coronavirus ha inevitabilmente cambiato i programmi e adesso per gli istituti del capoluogo la soluzione sembra essere un mix tra lezioni in presenza e didattica a distanza. Al liceo scientifico Michelangelo, il consiglio di istituto ha già deciso: mancano quattro aule e allora, finché non saranno a disposizione, si partirà con un mix tra lezioni in aula e a distanza come conferma il dirigente dell’istituto Raffaele Rossi. Infatti, metà classe starà in aula, metà davanti allo schermo in alternanza e così la settimana successiva chi ha fatto lezione a distanza andrà in classe e viceversa. Per il momento si procede in ordine alfabetico, poi sarà il consiglio di classe a effettuare eventualmente delle modifiche nella composizione dei due gruppi. “È l’unica maniera – spiega Rossi – per garantire la sicurezza dei ragazzi. Avevo segnalato la situazione già da maggio, ci occorrono quattro aule”.

La Città metropolitana ha già trovato le contromisure e quattro o cinque aule saranno prestate al Michelangelo dai vicini di casa del Bacaredda. Ma bisogna ancora capire se questa mossa sarà operativa dal primo giorno di scuola. La popolazione studentesca del Michelangelo è in costante crescita e il guaio degli spazi in era Covid è il rovescio della medaglia del successo di iscrizioni degli ultimi anni.

Problemi di spazio anche al liceo scientifico Alberti dove ci sarebbero circa cento alunni in più e anche in questo caso è stata trovata una soluzione con le aule in prestito dai Salesiani. Mamme e papà in trincea, invece, alle scuole medie di Su Planu perché non sono arrivati i banchi monoposto e la direzione è stata costretta a dividere le classi in due turni da due ore ciascuno per garantire le distanze giuste tra gli alunni. Questa è la soluzione provvisoria adottata in attesa dei rifornimenti. Risultato? Compagni di scuola separati e genitori che chiedono soluzioni alternative.

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