Da oggi chiunque arrivi o sia arrivato in Sardegna dal 24 febbraio può compilare un modulo online in cui inserire i propri dati personali, il domicilio, una copia del documento di identità e un numero di telefono per essere reperibile durante i 14 giorni di ‘isolamento volontario’. Ma c’è chi solleva qualche perplessità su chi dovrà gestire quella mole di dati personali: non la Regione, ma una società statunitense. “Cara Regione autonoma della Sardegna, il momento è grave e bisogna prendere misure serie – domanda Giovanni Battista Gallus, avvocato e docente in tema di protezione di dati personali -. Ma proprio perché il momento è serio vi invito a ripensare il modulo per la segnalazione dell’arrivo in Sardegna”.
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Con un post su Facebook segnala che sul sito istituzionale della Regione viene indicato il link per compilare il modulo online, ma risulta “ospitato su Smartsheet, società Usa con server al di fuori dell’Unione europea”. Per questo motivo l’avvocato Gallus, esperto proprio della gestione delle informazioni sensibili degli utenti, si chiede: “Vogliamo davvero trasferire i dati di migliaia di cittadini (compresa la carta d’identità, che va caricata) su una piattaforma non ben determinata? Non era proprio possibile attivare un server gestito direttamente da Ras o quantomeno all’interno dell’Unione Europea?”.
Nel sito della società a stelle e strisce viene anche indicato che i dati raccolti da loro possono essere trasferiti o venduti a società affiliate a Smartsheet che potrebbero non garantire lo stesso livello di protezione dei dati del paese da cui arrivano. Nel sito viene anche specificato che il servizio di raccolta dati non è rivolto ai minorenni e chi ha meno di 18 anni non deve condividere i suoi dati con loro.
M.Z.