Canti e flash mob per allontanare l’isolamento da coronavirus. Anche a Cagliari, come nel resto d’Italia, sono numerosi i segnali di socialità che si mandano da un balcone all’altro. Senza distinzione di età, giovani e anziani così cercano di esorcizzare la paura.
Emblematico il caso di un gruppo di studenti stranieri. Quando scattano le 18 sono i primi a sistemarsi nel balcone. E a cantare. In spagnolo. Sì, perché sono di Barcellona e altre città della penisola iberica. Ma da settembre studiano in città Scienze motorie, Lettere, Giurisprudenza con il progetto Erasmus. Cantano più degli italiani. Anche per farsi forza l’uno con l’altro. Sono in tredici, ma divisi in tre appartamenti, tutti in via Foscolo, a pochi passi dal mercato di San Benedetto, il più grande d’Italia tra quelli al coperto. E da un balcone all’altro parlano. E quando scatta l’ora del flash mob, mettono musica urlano a squarciagola. Rimangono lì anche un’ora. Hanno tutti tra i 20 e i 23 anni. E mettono allegria in tutta la strada.
Così combattono anche la nostalgia di casa: “Avevamo l’occasione – spiegano dal balcone Marc, Belen, Micky e Mar – di tornare a casa ieri. Ma ci hanno detto che era più sicuro stare qui. A Barcellona la situazione sta diventando sempre più preoccupante. Studiamo – spiegano – e nei prossimi giorni cominceremo anche i corsi online dell’Università. Abbiamo deciso di rimanere qui sino all’estate”. Contatti giornalieri con i familiari: “Anche loro – continuano – sono d’accordo: la situazione in Spagna sta diventano ogni giorno che passa sempre più simile a quella italiana. Ci sembra più giusto non spostarci. Ma è chiaro che vorremmo stare tutti vicino ai nostri cari”.
Maria Atzeri invece ha 92 anni. Lucidissima, ieri sera si è fatta dare tutte le istruzioni dai suoi familiari e sulla terrazza di casa ha accesso la torcia del suo cellulare per dire, come tantissimi altri cittadini risvegliati dal tam tam sui social, che l’Italia c’è. E l’immagine restituita dal satellite è eloquente: uno stivale che brilla. Maria ha fatto di più: suo un messaggio di speranza lanciato dal suo cellulare. “Sono contenta stasera di andare a letto due ore più tardi, alla mia tenera età di 92 anni, per partecipare a questa iniziativa che – spiega – illumina l’Italia e il mondo intero. Un raggio di sole che ci tiene uniti giovani e vecchi nella speranza. Stiamo uniti, insieme”.
Non solo luci. Ieri notte il silenzio delle città dal volto spettrale, è stato rotto dalla musica diffusa da terrazze e balconi. A Cagliari in tutta la zona vicina al Palazzo di giustizia si è fatto largo Modugno con la potenza del suo “Volare oh oh”, mentre nei quartieri storici è stata la canzone popolare d’autore, “No photo reposare”, resa nota tra gli altri da Placidi Domingo, la più gettonata. Performance dalla sua casa di Porto Torres per il tenore Francesco Demuro che ha cantato, applauditissimo, l’Ave Maria in sardo. “Dalla mia casa una luce di speranza con un canto, una preghiera profondamente cara a me e a tutti i sardi: S’Ave Maria in sardo….Che possa portare la luce e il calore nel cuore di tutti. Rimaniamo a casa nell’abbraccio dei nostri cari. E andrà tutto bene”, scrive in post su Facebook.