Covid-19, sanità sarda in ‘zona rossa’: terapie intensive vicine a soglia critica

La settimana appena iniziata è quella decisiva per le possibili riaperture di alcune attività commerciali. Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, infatti, precisando che si tratta di un rischio ragionato sta predisponendo un nuovo Dpcm o Decreto legge con le aperture. Ma se nelle altre zone d’Italia già si pensa alle cene all’aperto e al caffè seduti al bar, in Sardegna la situazione non è delle migliori e difficilmente, salvo un’improvvisa e massiccia inversione di tendenza dei dati, l’Isola rimarrà in zona rossa forse per altre due settimane.

L’ultimo bollettino diffuso dall’Unità di crisi regionale registra 351 nuovi casi che hanno portato il numero complessivo dall’inizio dell’emergenza a 51.543 casi. Eseguiti eseguiti 1.125.925 tamponi, di cui ieri 3.777 con un Rt, il rapporto tra test eseguiti e casi accertati, del 9,2 per cento. Dati ancora alti, quindi, ma a preoccupare sono i posti in ospedale che iniziano a scarseggiare: ieri erano 366 le persone ricoverate in reparti non intensivi, mentre 58 in terapia intensiva. Secondo i dati Agenas nelle intensive si arriva al 28%, +2 rispetto all’ultima rilevazione di sabato – la quota di criticità fissata dal Ministero è del 30% – , mentre nei reparti di medicina – dove la soglia critica stabilita dal Governo è a quota 40% – si resta stabili al 23%.

Nel frattempo però Ats è alla ricerca di nuovi posti letto e in tutta l’Isola stanno via via riaprendo i reparti Covid chiusi agli inizi dell’anno e quando la regione si trovava in fascia bianca. Secondo il direttore sanitario degli ospedali di Cagliari, Sergio Marracini, all’ospedale Santissima Trinità di Cagliari i posti disponibili sono terminati, mentre ne restano solo cinque vuoti al Binaghi: “complessivamente ad oggi sono 205 ipazienti non intesivi ricoverati – spiega – e 22 in terapia intensiva”. A Oristano nel reparto Covid dell’ospedale di Ghilarza su 15 letti disponibili, 12 risultano occupati, mentre a Bosa su 15 ne sono occupati sette.

A Sassari è emergenza posti letto. L’Aou, che gestisce le due strutture ospedaliere cittadine – il Santissima Annunziata e le Cliniche universitarie – sta predisponendo la riconversione della Geriatria in reparto Covid per far fronte all’indisponibilità di posti letto registrata negli altri reparti. Attualmente risultano al completo o quasi Pneumologia (20 su 20 disponibili), Oncologia (18 su 18) e Malattie infettive (38 su 40), mentre già sabato i ricoveri in Terapia intensiva avevano superato la metà dei posi disponibili (16 su 30). L’emergenza sembra però riguardare tutto il Nord Sardegna.

Tre giorni fa il sindaco di Olbia, Settimo Nizzi, aveva rivelato che gli ospedali cittadini sono al completo e che si sta provvedendo a trasferire chi deve essere ricoverato a Sassari e Alghero. Ma proprio sulla situazione di Alghero piovono proteste a opera di amministratori ed ex amministratori del territorio. Ieri l’ex sindaco, Mario Bruno aveva denunciato su Facebook che “la terapia intensiva dell’ospedale civile di Alghero è piena, ma l’ospedale marino non è in grado di dare alcun supporto” per carenza di personale. Bruno chiede “perché si è smantellato un ospedale, eliminando o depotenziando discipline che funzionavano, se non avevamo i medici per dare supporto continuativo al reparto Covid, per il quale sono previsti 87 posti letto, nel momento che appare di maggior picco in questo territorio”.

Direttamente collegato a questo è l’allarme sollevato, sempre sui social, dal sindaco di Ittiri, Antonio Sau. “È di adesso la notizia, mai comunicatami ufficialmente, dell’accorpamento per venti giorni a Thiesi della Lungodegenza di Ittiri, così da utilizzare il personale di Ittiri per consentire l’apertura di un reparto Covid ad Alghero”, annuncia Sau. “L’amarezza è tanta perché il sacrificio di questa scelta ricade esclusivamente su questo territorio che sta già pagando tanto in termini di disservizio sanitario”, lamenta il sindaco. Pur comprendendo che “al momento ci sono ragioni di interesse generale”, secondo Sau “il buon senso avrebbe voluto che si utilizzasse la struttura di Ittiri, superiore per dotazioni strutturali, ma il buon senso è scavalcato dai muscoli della politica regionale”.

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