Consorzio pubblico-privato per i poveri: assistenza costante per comprare cibo

Troppa povertà. E non bastano più nemmeno le donazioni dei supermercati di prodotti con confezioni deteriorate o prossime alla scadenza. Per dare un pasto a chi chiede aiuto in mensa o per portare qualcosa da mangiare a chi ne ha bisogno ora c’è un patto tra Regione, Fondazione di Sardegna, associazioni di volontariato e grosse catene commerciali che trattano prodotti alimentari e di prima necessità. Obiettivo: acquistare quello che serve a prezzi solidali con forti sconti e offerte. È l’ultima evoluzione del progetto Alimentis. Sottotitolo: fare, bene, presto. “Nell’ultimo mese e mezzo – ha spiegato il direttore del Consorzio, Tarcisio Nazzari -, a fronte di una spesa di 100mila euro abbiamo portato a casa prodotti per 120mila euro”.

“Non si tratta di partecipare a utili e sporadiche iniziative- ha detto il presidente della Fondazione di Sardegna, Antonello Cabras -,  ma piuttosto di garantire un supporto affidabile e decoroso a quanti si trovano costretti a chiedere e usufruire di aiuto. “In questa direzione la Fondazione – ha aggiunto – ha garantito il proprio sostegno sia sul piano finanziario che su quello dell’attività del gruppo di lavoro”. Come? Contribuendo a far nascere il consorzio Alimentis che oggi comprende la Caritas, gruppi di volontariato vincenziano e la Casa della fraterna solidarietà. E coinvolgendo la Regione (Consiglio regionale e assessorato del Lavoro) da una parte e Conad e Gruppo Centro Cash dall’altra.

Un esercito di soci e volontari di circa 1.500 persone. E un ‘sistema’ che ha portato nelle case dei più poveri prodotti per 500mila euro solo nel primo modulo operativo. “Fare, bene, presto – ha detto l’assessora regionale al Lavoro, Alessandra Zedda -, ma io aggiungerei anche insieme, un elemento molto importante. A breve proporremo altri progetti comuni per chi, al momento, è un po’ più indietro”. E si guarda avanti: “Si è creato un sistema – ha detto il direttore della Caritas, don Marco Lai – che va inteso come superamento della dimensione meramente assistenziale dell’emergenza quotidiana e la povertà estrema. Speriamo che questo consorzio possa allargarsi”.

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