Condivideva materiale pedopornografico sui social, 29enne arrestato a Cagliari

Condivideva e scambiava tramite la messaggistica di un social network poco noto materiale pedopornografico. File e video con bambini dai 3 ai 12 anni, che poi catalogava in categorie specifiche per poterle rivedere e diffondere.

Lo hanno scoperto gli investigatori del compartimento della polizia postale di Cagliari che hanno arrestato un 29enne del capoluogo sardo per detenzione e diffusione di materiale pedopornografico. Sequestrate centinaia di foto e video di abusi su bambini, un telefono cellulare e la copia dei file su un cloud in cui venivano salvate.

Le indagini sono durate sei mesi. Gli specialisti hanno ricevuto una segnalazione internazionale dal Centro nazionale di contrasto alla pedopornografia online, sulla presenza di file di tale natura caricati da un utente italiano su un social network. Un canale particolare, usato dai giovanissimi, ma poco noto e che consente chat anonima. Gli agenti, ricostruendo dettagliatamente il flusso informatico, hanno scoperto che i file erano stati caricati da Cagliari e con ulteriori approfondimenti sono riusciti a risalire all’account, quello del 29enne, dal quale erano stati inseriti i video e le foto di abusi su bambini.

È scattata la perquisizione nell’abitazione del giovane nel corso della quale è stato sequestrato il suo smartphone dal quale caricava i file e quella telematica che ha consentito di individuare il cloud su cui venivano salvati i video e le foto che poi diffondeva. Durante il blitz della polizia postale il 29enne avrebbe anche detto di essere consapevole che quello che stava facendo era sbagliato. Nel cloud e nel telefono stato stati trovati centinaia di file. Il giovane, secondo quanto accertato dalla postale, era scrupoloso nell’archiviazione: i file erano stati salvati “in distinte cartelle con denominazioni inequivocabili riconducibili a contenuti afferenti allo sfruttamento sessuale di minori”, spiegano gli investigatori. Il 29enne adesso si trova agli arresti domiciliari. sono in corso le indagini per risalire agli altri utenti con i quali scambiava il materiale pedopornografico.

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