Alla fine il cardinale Angelo Becciu avrebbe scelto di farsi da parte. Dopo giorni di tensioni e indiscrezioni, questa mattina – durante un incontro nella Congregazione generale presso l’Aula Paolo VI – il porporato sardo avrebbe formalizzato la sua rinuncia a partecipare al prossimo Conclave che dovrà eleggere il successore di Papa Francesco.
La svolta sarebbe arrivata dopo un colloquio riservato tra Becciu e il cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin, che gli avrebbe mostrato un documento firmato dallo stesso Pontefice. In quel testo il Papa manifestava chiaramente la volontà che Becciu non partecipasse alla votazione, nonostante la formale reintegrazione dei suoi diritti cardinalizi concessa dopo il controverso processo sul caso finanziario dell’immobile di Londra.
Secondo quanto trapelato da fonti interne al Vaticano, Becciu – pur ribadendo di aver già ottenuto il perdono del Papa – avrebbe compreso che opporsi avrebbe significato sfidare direttamente Francesco e quindi ha preferito “fare un passo indietro per il bene della Chiesa”.
L’incontro di oggi, ritenuto chiarificatore e decisivo, era stato preceduto da giorni di polemiche e discussioni tra i cardinali. La rivista spagnola Vida Nueva aveva rivelato che, senza una soluzione condivisa, si sarebbe persino arrivati a mettere ai voti la presenza di Becciu nel Conclave, una misura eccezionale che avrebbe rischiato di creare ulteriori fratture all’interno del Collegio cardinalizio. Testimoni raccontano che, durante la Congregazione, soltanto il cardinale Giuseppe Versaldi avrebbe preso pubblicamente la parola in difesa di Becciu, sottolineando come fosse inopportuno sollevare questioni di questo tipo alla vigilia di un’elezione così delicata.
Il gesto di Becciu chiude, almeno formalmente, una delle questioni più spinose di questo inizio di Conclave. Il cardinale, 76 anni, era stato coinvolto nel primo processo penale vaticano per reati finanziari e, sebbene non abbia perso il titolo cardinalizio, era stato sospeso dai diritti connessi alla sua dignità. Il recente perdono parziale di Papa Francesco non aveva però risolto del tutto la questione del suo diritto di voto in Conclave, che adesso trova una soluzione consensuale.