La dichiarazione di fallimento delle cliniche private (accreditate) della famiglia Ragazzo è stato un uno sbaglio, basato su presupposti errati. Così la Corte d’appello di Cagliari mette nero su bianco la sentenza che fa tornare il gruppo sanitario indietro di circa sette anni. La notizia si legge nelle pagine de L’Unione sarda oggi in edicola. Nel 2009 la decisione sulle tre case di cura per via di un un buco nei conti di oltre 70 milioni di euro: due le strutture nel capoluogo, Clinica Lay e Maria Ausiliatrice; una nel Sulcis, Rosa del Marganai. Da lì lo smantellamento graduale, la cessione delle cliniche ad altri gruppi. Tre anni più tardi, nel 2011, la Cassazione aveva bocciato tutto: i presupposti per la mancata ammissione al concordato preventivo, e quindi il via libera al fallimento, erano sbagliati: tutto riparte in Appello. Ed ecco ora la nuova sentenza. Per i proprietari e i legali si tratta il nuovo capitolo ha “una valenza risarcitoria notevole sul piano morale”.
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