Chiusura sale operatorie del Businco, sit in davanti all’ospedale e appello alla Todde: “Fermate il progetto”

di Manuel Scordo

“Fermate il progetto portato avanti dall’Arnas Brotzu che porterà alla chiusura delle sale operatorie dell’ospedale Businco“. È l’appello lanciato alla presidente della Regione, Alessandra Todde questa mattina da un centinaio di persone durante il sit in organizzato davanti al presidio ospedaliero dalle associazioni Socialismo Diritti Riforme , Fidapa, Komunque donne, Lilt, Karalis pink team, Cittadinanzattiva, Maipiusole contro il tumore, Salute donna, Sinergia femminile, Garante metropolitano persone private della libertà, Il giardino di Lu.

“Abbiamo necessità di avere chiarezza sul futuro di questo ospedale che vanta reparti di alta specializzazione”, ha sottolineato Maria Grazia Caligarsi di Socialismo Diritti Riforme ricordando che domani è previsto l’inizio della chiusura delle sale operatorie: “I lavori devono essere fermati – sottolineano le associazioni – altrimenti ci rivolgeremo alla Procura delle Repubblica”.

GUARDA LE DICHIARAZIOMNI DI MARIA GRAZIA CALIGARIS

Presenti durante il sit-in di questa mattina anche la presidente della Commissione Sanità della Regione, Carla Fundoni e alcuni consiglieri regionali tra i quali Francesco Agus e Camilla Soru. la presidente della Commissione sanità ha assicurato che domani i lavori saranno fermati, sottolineando come la Commissione si stia facendo carico della situazione. Le associazioni hanno consegnato a Carla Fundoni un documento da recapitare alla presidente Todde con il loro appello.

“Dietro ogni persona affetta da un tumore c’è un’intera famiglia che soffre e spera di poter essere accolta e curata – spiegano – . La nostra presenza oggi davanti al Businco è un grido di dolore per l’incerto futuro di un ospedale con una storia importante di avanguardia nella senologia, nella ginecologia e nella terapia del dolore. Non può essere sacrificata per scopi non del tutto chiari. Le decisioni dell’Arnas Brotzu devono essere riviste ed è necessario individuare un progetto alternativo che rispetti le esigenze e le fragilità di chi affronta il doloroso percorso del cancro”.

Poi l’appello: “Chiediamo alla presidente Todde il congelamento del progetto e sosteniamo la necessità di una conferenza regionale con sanitari e pazienti – chiedono – affinché venga riconosciuta e riaffermata l’autorevolezza dell’ospedale in crisi a causa di scelte sciagurate delle direzioni che hanno favorito la fuga di molti specialisti e la sanità privata. Una pur necessaria ristrutturazione, non può essere fatta trascurando la realtà. Le pazienti non sono disposte per i prossimi 2/3 anni a vivere nell’incertezza e ad accettare un piano che più che riorganizzare e ammodernare il “Businco” sembra preludere alla sua definitiva chiusura. Per chi aspira a cure mediche di qualità si profila un lungo periodo di emigrazione sanitaria e chi non ha i mezzi per affrontare le spese dovrà rassegnarsi al peggio”.

Secondo le associazioni “il trasferimento della Chirurgia Toracica, di quella Ginecologica e, di fatto, la cancellazione della Sala Operatoria destinata alla Terapia del Dolore, comprometteranno il sistema delle cure del nosocomio, considerato un presidio insostituibile – aggiungono -. Se oggi, com’è emerso, lo standard per l’intervento al seno è di 70 giorni nelle prossime settimane è destinato sicuramente a crescere con gravissime conseguenze. Per questo non ci fermeremo finché non avremo certezze su un percorso alternativo”.

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