Chiude per l’estate l’ospedale Cto, a Iglesias si infiamma la polemica

La direzione della ASL 7 annuncia, come lo scorso anno, la chiusura dell’ospedale e partono nuovamente le proteste. Si sta facendo infatti infuocata la polemica sulla paventata chiusura dell’ospedale CTO di Iglesias che si dovrebbe protrarre per tutta l’estate. Dopo le due manifestazioni pubbliche contro questa eventualità che si sono svolte in città di recente, con una così alta partecipazione che da molti lustri non si vedeva, il Commissario straordinario della ASL 7 Antonio Onnis, con un comunicato stampa, ieri ha inteso fugare ogni timore su presunte serrate e ridimensionamenti dei servizi sanitari cittadini, in particolare nei confronti dell’ospedale CTO, una volta ospedale traumatologico specializzato e sede INAIL per tutta la provincia del Sulcis Iglesiente.

Nel comunicato il Commissario della ASL 7 giustifica le “iniziative in fase di perfezionamento” come tese a “conciliare la naturale contrazione del ricorso alle prestazioni programmate con il maggior peso legato alle prestazioni in emergenza”. In soldoni, poiché durante l’estate diminuiscono gli interventi programmati mentre aumentano quelli in emergenza, la dirigenza ASL intende rinforzare la struttura dell’ospedale Sirai di Carbonia, preposta a questo tipo di interventi, concentrando medici anestesisti e infermieri in questa struttura.

In questo modo, si legge nel comunicato, si avrebbe “l’opportunità di intensificare, sul CTO di Iglesias, gli interventi di ristrutturazione e innovazione tecnologica in corso”, e dare seguito alle “aspettative del personale dipendente di poter fruire delle ferie estive”. Sbotta Efisio Aresti della UIL- FPL: “E’ completamente falso che non si chiude niente. In realtà si sta solo aumentando il disagio di chi, disgraziatamente, dovesse incorrere nella necessità di un pronto soccorso perché, secondo il Commissario, dovrebbe essere dapprima preso in carico al S.Barbara e poi trasferito al Sirai di Carbonia per le cure del caso. Semplicemente assurdo. Inoltre, al Commissario Onnis sono giunte proposte “qualificate” sull’organizzazione dei servizi sanitari di Iglesias, in proseguo con quelli attuali, che non sono state neppure prese in considerazione, al contrario di quanto da lui stesso dichiarato nel suo comunicato stampa. La verità è che i lavori in programma al CTO non interferiscono minimamente sull’organizzazione dei servizi sanitari. Quanto poi ai programmi futuri per la realizzazione del nuovo pronto soccorso, del laboratorio di analisi, del centro donazioni sangue, delle sale mortuarie, aggiunge Aresti, il Commissario Onnis dimentica di dire che a tutt’oggi queste opere sono prive di copertura finanziaria. Sono solo buoni propositi che chissà quando troveranno realizzazione”.

Il sindacalista non risparmia neppure le bordate contro il Sindaco di Iglesias Emilio Gariazzo, medico chirurgo presso il Santa Barbara: “Il sindaco Gariazzo, in modo demagogico, non vuole interferire sulle scelte della ASL 7. Ma il primo cittadino deve farsi portavoce del malcontento che regna in città salvaguardando quanto, in tutti questi anni, è stato costruito nella sanità iglesiente”. Anche Roberto Puddu, segretario della Camera del lavoro di Carbonia prende posizione sull’argomento, e non da oggi: “ Questo Commissario è in perfetta continuità con il nulla del suo predecessore. Il Commissario Onnis deve capire che modifiche così importanti e profonde che riguardano la quotidianità e la salute dei cittadini vanno concertate con le parti in causa. Cosa che sistematicamente viene disattesa. Evidentemente ritiene di avere i poteri per farlo.”

Per Giorgio Madeddu, medico di base e responsabile dell’associazione Amici della Vita, “il documento diramato dal manager della ASL 7 è pieno di contraddizioni. Il massimo dell’autoglorificazione la raggiunge quando si vanta, nel suo documento, dell’attivazione di prestazione di dialisi per i non residenti ma, dimentica, quante proteste e mozioni si sono levate per ottenere un diritto così elementare. Oppure che dire del reparto di chirurgia dell’ospedale Santa Barbara distrutto dalle fiamme che dopo cinque mesi attende ancora di essere riaperto, o che dire, ancora, dell’incredibile dimenticanza, in fase di progettazione della ristrutturazione del CTO, di inserire la centrale dei gas medicali, struttura fondamentale, a causa del quale il Commissario ammette, finalmente, che ci saranno ritardi nel completamento delle opere. La cosa però ancor più grave – aggiunge Madeddu – è il tentativo di rovesciare la realtà come quella di denunciare carenze di medici anestesisti, e con questo giustificare la riorganizzazione del personale, salvo poi scoprire che quelli che si assentano, per esempio per maternità, non vengono sostituiti, come è accaduto a Iglesias due mesi fa. Ecco allora – puntualizza Madeddu – che si realizzano le condizioni per “spostare” gli interventi a dopo l’estate, ma non perché ci sia una flessione nella richiesta ma per indisponibilità delle strutture a farvi fronte. Tutto ciò che segue è conseguenza: i malati cercano altrove dove curarsi, i letti si svuotano, le statistiche affermano che quell’ospedale non ha i numeri per stare in piedi. Con il doppio danno, conclude il medico, rappresentato dai pazienti locali che fanno crescere le strutture sanitarie di altri centri e il rinunciare al turismo sanitario, rappresentato dai pazienti che vorrebbero essere curati in strutture di eccellenza dislocate nel nostro territorio, a cui devono rinunciare perché totalmente assenti. Una opportunità che il Sulcis Iglesiente non può certamente permettersi di rinunciarvi”.

Carlo Martinelli

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