È emergenza sangue nel Nord Sardegna per la chiusura dei centri di raccolta comunali, in seguito alle disposizioni nazionali e regionali. A lanciare l’allarme il consigliere regionale del Centro democratico, Roberto Desini. “Al momento – spiega – l’unica unità attiva è il centro dell’Avis provinciale di Sassari, le altre strutture non hanno ottenuto l’accreditamento necessario da parte del Nucleo tecnico e dalla Direzione generale della Sanità regionale”.
Desini ha mandato una lettera all’assessore Luigi Arru, perché “la chiusura dei cetnri di raccolta comunali ha già provocato conseguenze pregiudizievoli, se si considera il fisiologico calo del numero delle donazioni di sangue nel periodo estivo. I primi a farne le spese sono i pazienti talassemici che hanno il bisogno continuo di sottoporsi a trasfusioni. Ma non solo: nei mesi estivi – continua il consigliere – il fabbisogno di sangue aumenta in considerazione del maggiore afflusso turistico e dell’aumento del numero di incidenti su strada e in mare”. Desini chiede l’intervento immediato della Regione per risolvere l’emergenza, ricordando che in base a un accordo Stato-Regioni del 16 dicembre 2010, con cui sono stati stabiliti i requisiti minimi organizzativi, strutturali e tecnologici delle attività sanitarie dei servizi trasfusionali e delle unità di raccolta e sul modello per le visite di verifica, “la Regione ha avviato un percorso di valutazione delle strutture sanitarie inserite nel Sistema trasfusionale. A conclusione di questo percorso sono state accreditate alcune strutture, ma sono state individuate anche le strutture non idonee, per le quali la la Giunta ha stabilito di accordare un ulteriore termine massimo di sei mesi entro il quale le medesime avrebbero dovuto necessariamente ottenere i requisiti strutturali. Il termine di sei mesi è scaduto il 30 giugno 2015 – conclude Desini -, ma a tutt’oggi pochissime unità fisse di raccolta del sangue risultano accreditate in via definitiva”.