Caso Becciu, consulente a San Vittore: si allungano i tempi per l’estradizione

Tempi lunghi,come da procedura, quelli per l’eventuale estradizione di Cecilia Marogna, la manager che compare nell’indagine vaticana sull’ex numero 2 della Segreteria di Stato, il cardinale Angelo Becciu, e arrestata ieri a Milano. Come è stato riferito, entro 48 ore dall’arrivo degli atti sull’arresto (carte che arriveranno nelle prossime ore) la quinta sezione penale della Corte d’Appello milanese dovrà decidere per prima cosa su convalida dell’arresto e eventuale misura cautelare. Poi scatterà il procedimento sull’estradizione, con decisione sempre della Corte d’appello, ma con tempi di settimane, dato che la difesa potrà semmai ricorrere in Cassazione. È la prima volta che i giudici milanesi devono decidere su un’estradizione verso il Vaticano.

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Ci sono, infatti, tutta una serie di passaggi procedurali da rispettare per le decisioni sulle estradizioni di questo genere (i tempi nel caso di mandati di arresto europei, invece, sono più brevi). Entro due giorni dall’arrivo in Corte d’Appello degli atti sull’arresto (non ancora arrivati) i giudici devono decidere sulla convalida dell’arresto e sulla misura cautelare, decisione che viene presa senza udienza. Successivamente, entro cinque giorni Marogna dovrà essere interrogata dai magistrati della quinta sezione penale d’appello (presidente Antonio Nova). Un termine che in questo periodo di emergenza Covid potrà allungarsi per la necessità di eseguire e avere gli esiti del tampone.

Nel frattempo, attraverso il ministero della Giustizia, dovranno arrivare dal Vaticano gli atti dell’indagine anche a carico della manager. E poi i giudici, sulla base delle carte, dovranno decidere se accogliere o meno la richiesta di estradizione e sul provvedimento di estradizione la difesa avrà la possibilità di fare ricorso in Cassazione. L’estradizione verrà eseguita soltanto con una sentenza definitiva (nel caso bisognerà attendere la Cassazione) e, dunque, per tutta la procedura potrebbero passare settimane, se non alcuni mesi. L’accusa nei confronti di Marogna è peculato per distrazione di beni. Nel mirino degli inquirenti vaticani sarebbero finiti bonifici per un totale di 500 mila euro che la donna avrebbe ricevuto dalla Santa Sede per operazioni segrete umanitarie in Asia e Africa, e che, quasi per la metà, sarebbero stati utilizzati per l’acquisto di borsette, cosmetici e altri beni di lusso.

Intanto Cecilia Marogna, è stata portata nel carcere milanese di San Vittore. Ora Marogna, che dovrà nominare un legale, attende prima la decisione sulla convalida dell’arresto e sull’eventuale misura cautelare (che potrebbe arrivare tra domani e dopodomani) da parte della Corte d’Appello di Milano.

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