Caro gasolio, gli autotrasportatori abbandonano i porti

Dopo sei giorni gli autotrasportatori abbandonano il presidio dei porti di Cagliari e Porto Torres. Dopo qualche ora anche a Olbia è stato deciso di allentare la protesta a fine serata, ultimo avamposto della protesta che per una settimana ha messo in difficoltà l’intero sistema economico e produttivo dell’isola, con grosse perdite per gli agricoltori e prodotti freschi che iniziavano a scarseggiare nei banchi della piccola e grande distribuzione.

Dopo l’intervento taglia accise del Governo, la protesta era subito rientrata a Porto Torres, poi a Cagliari. Restavano, anche se praticamente dimezzati, degli irriducibili della protesta a Olbia. Ma ieri notte anche nello scalo gallurese ha vinto il buon senso. Colpo di coda della protesta nel nord Sardegna è stato ieri sera un lungo corteo di mezzi, trattori, camion, auto private, partito da Chilivani, frazione di Ozieri, che ha radunato il malcontento generale di autotrasportatori, agricoltori, allevatori, imprenditori di tutti i settori produttivi.

Tutti insieme per denunciare ancora una volta le difficoltà del tessuto economico sardo, cui il rincaro di tutte le materie prime che si creato in queste ultime settimane, rischia di dare il colpo di grazia. Non un addio ma un arrivederci perché tutto dipende dall’andamento del costo del carburante perché in caso di nuovi aumenti la lotta riprenderebbe con la stessa forza con cui è iniziata.

Il taglio di 25 centesimi annunciato dal Governo ha permesso di allentare la tensione, ma non soddisfare pienamente il mondo dell’autotrasporto. I prossimi giorni saranno cruciali per capire se il prezzo del carburante rimarrà intorno a soglie accettabili o se ci saranno altre azioni di speculazione motivate dalla guerra in Ucraina.

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