Una decina di tir, con le bandiere sarde dei Quattro mori, ha aperto il corteo che da piazza Sardegna ha portato gli autotrasportatori nei punti nevralgici della città di Nuoro, per protestare contro il caro carburante e il caro materie prime, che sta mettendo in ginocchio la categoria. Un corteo rumoroso con i clacson che suonavano incessantemente, proseguito in via Lamarmora, via IV Novembre, via Dante, via Deffenu, via Roma e piazza Italia, seguito dai manifestanti e con varie soste davanti alla istituzioni più importanti del capoluogo barbaricino: dalla Camera di Commercio, alla Provincia, al Comune fino alla Prefettura. “Abbiamo deciso di farci sentire all’interno della città per rivendicare un aiuto da parte delle istituzioni a non chiudere le nostre attività e continuare a portare il pane alle nostre famiglie – ha detto all’Ansa Sandro Carboni, autotrasportatore di Ottana -. Nel giro di tre mesi il gasolio è aumentato di 60 centesimi, io sto mettendo 93 euro in più di gasolio al giorno e solo 18 euro mi vengono riconosciuti dal mio committente. Così non solo non riusciamo a portare a casa lo stipendio ma andiamo sotto e ci costringono a chiudere. Per non parlare delle gomme che costano 100 euro in più l’una e di tutte le altre spese per far funzionare i nostri mezzi che sono raddoppiate. Le istituzioni non ci stanno ascoltando, paghiamo il bollo alla Camera di commercio ma nessuno viene a parlarci e a proporci soluzioni, idem la Provincia, ad ascoltarci sono solo i nostri Comuni”.
Gli autotrasportatori hanno cercato di spiegare le loro ragioni sulle polemiche relative ai tir fermi con le merci deperibili e i disagi per i mangimi che non arrivano agli animali e alcune materie prime che non si trovano a causa del loro sciopero. “Stiamo facendo quello che possiamo per far passare farmaci, cibo per animali e altre materie prime urgenti, ma se non creiamo disagi la nostra battaglia non la segue nessuno”, ha detto Ananio Montisci, autotrasportatore di Orgosolo.
I commercianti nuoresi hanno abbassato le serrande a mezz’asta, in segno di lutto, per solidarietà alla categoria degli autotrasportatori che questa mattina sta manifestando nelle vie del centro: “Oggi Nuoro è una città che abbassa le serrande a mezz’asta ma con questa crisi le serrande di moltissimi negozi rischiano di abbassarsi del tutto – afferma Giuseppe Mureddu, autotrasportatore di Ollolai -. Come facciamo ad andare avanti e rifornire i negozi di merce se il gasolio è aumentato da 1.20 centesimi a 2.50? Se chiudiamo noi che siamo anche partite Iva, il nostro socio di maggioranza, ovvero lo Stato, non se la passerà meglio. Devono darci una mano a calmierare i prezzi perché così non solo non riusciamo a portare il pane a casa, ma non ce la facciamo più a pagare le rate, i mutui, l’Inps l’Inail e tutte le altre voci in busta paga che non ci vengono scontate”.
“Quello che si deve capire è che c’è una speculazione incredibile sui prezzi e che il Governo deve intervenire subito – si inserisce Giuseppe Angheleddu, autotrasportatore di Fonni -. La nostra crisi riguarda tutti, se ci fermiamo noi non arriva più la merce al supermercato, ma d’altronde se non creiamo disagio chi si accorge che ci stanno togliendo il pane di bocca? Due anni fa col Covid abbiamo garantito i servizi per tutti, oggi siamo passati da essere eroi a essere delinquenti perché non arrivano le merci. Anche per questo stiamo manifestando: per informare i cittadini e chiedere a tutti di stare uniti”.