La Sardegna ha un primato nella formazione universitaria dei detenuti. Sassari è il polo universitario penitenziario più virtuoso d’Italia con diciassette corsi di laurea, una sessantina di studenti attivi ogni anno, una media del 5,4 per cento di laureandi (contro il 2 per cento nazionale) e un numero di laureati pari al 30 per cento del totale nelle carceri italiane. Praticamente un modello.
Il progetto formativo è finanziato dal Miur, dal Ministero della Giustizia, dall’ Ersu (Ente regionale per il diritto allo studio universitario), dalla Fondazione di Sardegna e dalle diocesi di Alghero-Bosa. Il polo, anche durante la pandemia, si è dato da fare, progettando e realizzando un’infrastruttura informatica penitenziaria di strumentazioni e software d’avanguardia, scelta dal dipartimento dell’amministrazione penitenziaria per una sperimentazione annuale da poco conclusa e che ora verrà estesa ad altre realtà nazionali. L’infrastruttura consente agli studenti di condividere materiali didattici, comunicare con i docenti e tutor in totale sicurezza, rendendo più semplice e inclusivo il percorso universitario.