Un tentato suicidio, 85 atti di autolesionismo, 41 colluttazioni e nove ferimenti avvenuti nelle dieci carceri sarde negli ultimi sei mesi. Sono i dati forniti dal Sappe, il sindacato autonomo della Polizia penitenziaria che lancia l’allarme sulla situazione delle strutture penitenziarie della Sardegna. Secondo il sindacato, al 30 luglio scorso erano 1.973 i detenuti nelle carceri sarde, quasi 60 in più rispetto allo stesso periodo del 2013 e non sono calati gli episodi critici avvenuti nelle celle.
“I dati sono gravi e sconcertanti – evidenziano Donato Capece, segretario generale del Sappe, e il segretario regionale Antonio Cocco -. Dall’1 gennaio al 30 giugno 2015 nelle 10 carceri sarde si sono infatti contati il tentato suicidio in cella di un detenuto e 85 atti di autolesionismo. Ancora più gravi i numeri delle violenze contro i nostri poliziotti penitenziari: parliamo di 41 colluttazioni e 9 ferimenti”. Secondo i sindacalisti il Dipartimento penserebbe solo “a migliorare la vita in cella ai detenuti – dicono – I poliziotti possono continuare a prendere sberle e pugni”. Secondo il sindacato quelle di Cagliari e Sassari sono le carceri sarde con il più alto numero di atti di autolesionismo: rispettivamente 52 e 27 casi. Il Sappe chiede “il trasferimento nell’Isola degli Agenti di Polizia Penitenziaria sardi con più anzianità di servizio che da anni prestano servizio nelle carceri del Nord Italia”.