Carceri sarde, allarme incendi e suicidi. La denuncia: “Sistema penitenziario al collasso”

La notizia del primo suicidio del 2025 nell’istituto penitenziario di Uta, resa nota sabato da Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione Socialismo Diritti Riforme Odv, non è sfuggita nel panorama nazionale di un allarme sempre crescente e spesso denunciato da Garanti delle persone detenute, associazioni di volontariato e sindacati di polizia penitenziaria.

Dura la dichiarazione di Gennarino De Fazio, segretario generale della Uipa Polizia penitenziaria: “Con il 49enne impiccatosi nella notte nel bagno della sua cella della Casa Circondariale di Cagliari, sono già 6 i detenuti, più un operatore penitenziario, che dall’inizio dell’anno si sono tolti la vita. 7 morti in 11 giorni, così come i 96 (89 reclusi e 7 agenti) dell’anno passato, dovrebbero suscitare una reazione forte da parte del Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e del Governo Meloni, da cui invece si ascolta sempre la solita e infruttuosa retorica”.

Pochi giorni fa l’ennesimo incendio appiccato da un detenuto in cella, sempre a Uta. I sindacati regionali della polizia penitenziaria avevano denunciato l’insostenibilità della situazione. Sul fatto era intervenuto anche il senatore del Pd Marco Meloni, annunciando di aver presentato un’interrogazione urgente al ministro. “Da mesi i sindacati di polizia penitenziaria e i garanti delle persone detenute denunciano le condizioni insostenibili nelle quali il personale è costretto a operare e i detenuti a vivere, dalla mancanza di personale al sovraffollamento – dichiara Meloni -. A Cagliari il sovraffollamento ha toccato la punta del 136 per cento: si tratta di 203 persone in più rispetto alla capienza regolamentare. Una situazione che compromette la sicurezza, annienta la dignità umana e disattende ogni principio di giustizia”.

Il Segretario generale della Uilpa Polizia penitenziara ricorda le voci più illustri che si sono espresse. “Il Governo e il Parlamento diano ascolto all’appello del sommo pontefice, mosso durante l’apertura della Porta Santa a Rebibbia, o, più laicamente, alle parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, pronunciate durante il messaggio di fine anno, e riconducano le carceri in un alveo di costituzionalità, per chi vi è rinchiuso, oggi ammassato, e per chi vi lavora in condizioni inaccettabili. Urge deflazionare la densità detentiva, vanno subito potenziati gli organici della Polizia penitenziaria e delle altre figure professionali, serve assicurare l’assistenza sanitaria e vanno avviate serie riforme complessive dell’intero apparato d’esecuzione penale”, conclude De Fazio.

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