Prende il via martedì la mobilitazione dei Radicali sul fronte delle carceri: in una settimana, dirigenti ed esponenti del movimento visiteranno 35 istituti di pena in tutta Italia grazie anche alla collaborazione del Dap, che ha autorizzato l’accesso alle strutture.
Visite anche nell’Isola: martedì 10 ottobre una delegazione guidata dal Segretario dell’ Associazione Radicali Cagliari Carlo Loi sarà nella casa circondariale di Uta. Considerato che l’Istituto di pena ha una significativa rilevanza sociale nell’ambito di tutta l’area vasta di Cagliari, sono stati invitati a far parte della delegazione il sindaco metropolitano Massimo Zedda ed il Senatore della Repubblica Luciano Uras. Alle 12 fuori dal carcere si terrà una conferenza stampa in cui verranno illustrati i risultati della visita.
“Con questa mobilitazione rilanciamo la nostra battaglia sul fronte della giustizia e delle carceri – dicono il segretario radicale, il tesoriere e il presidente nazionali Riccardo Magi, Michele Capano e Antonella Soldo – che non è una battaglia a sé ma racchiude e riflette le principali questioni aperte nel Paese su cui, come Radicali Italiani siamo impegnati con le nostre iniziative, dall’antiproibizionismo sulle droghe, all’immigrazione, alla povertà”.
Secondo i dati del Dap, un terzo della popolazione reclusa sconta una pena per reati legati alla droga e la stragrande maggioranza ha problemi di dipendenza. “Una realtà – dicono ancora i Radicali – dai costi sociali, sanitari ed economici altissimi e dalle gravi conseguenze sotto il profilo del sovraffollamento carcerario e per il funzionamento della giustizia”. L’altro problema è quello del sovraffollamento. “Le pessime condizioni di vita nelle carceri italiane, dove – secondo i dati dell’Osservatorio di Antigone – il tasso medio di sovraffollamento è del 114% e in strutture come quelle di Lodi, Larino, Chieti, Como, Brescia Caton Mombello tocca o sfiora il 200%, sono costantemente oggetto di denunce di organismi internazionali. Una grave violazione della legalità costituzionale – concludono i radicali – che mina le fondamenta stesse dello Stato di diritto nel nostro Paese”.