Carceri, aumentano i disagi nell’Isola: istituti sovraffollati e direzioni vacanti

“A distanza di un mese cresce, anziché ridursi, il disagio nei quattro Istituti sardi già oltre il limite della capienza regolamentare lo scorso mese. Complessivamente nell’isola i cittadini privati della libertà da febbraio a marzo sono passati da 2027 a 2060 con 421 stranieri”. Lo afferma Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, commentando il resoconto del Ministero della Giustizia che fotografa la situazione detentiva nell’isola al 31 marzo 2016.
La situazione – rileva – appare particolarmente difficile nella Casa Circondariale ‘Ettore Scalas’ di Cagliari-Uta dove sono presenti 591 detenuti per 567 posti (29 donne – 90 stranieri), erano 574 a gennaio. Il costante aumento di detenuti, nonché l’esigenza di chiudere qualche stanza di detenzione per lavori di impermeabilizzazione, ha determinato l’introduzione in alcune celle della quarta branda. Ciò si è verificato nelle celle dei sex offender e protetti.

Sono però fuori quota regolamentare anche le presenze a Oristano-Massama (293 per 260 posti), dove circa 50 ergastolani, prevalentemente siciliani, calabresi e campani ristretti in regime di Alta Sicurezza chiedono di disporre della cella singola. Anche a Tempio-Nuchis i detenuti AS continuano ad aumentare con 183 per 167 posti regolamentari mentre a Lanusei nello storico “San Daniele” sono diventati 40 per 33.

La situazione si è aggravata al Badu ‘e Carros di Nuoro, dove si trovano 181 reclusi (erano 170 un mese fa) per 271 posti, anche perché gli spazi regolamentari sono in numero decisamente inferiore in quanto una sezione è chiusa da quasi due anni. A Sassari-Bancali si è passati in un mese da 410 detenuti a 427 per 455 posti ma dove c’è il padiglione di 92 posti destinato alle persone in regime di massima sicurezza. Al ‘Giovanni Bacchiddu’ ci sono ancora due bambini (una bimba di 5 mesi e un maschietto di 15 mesi, con le rispettive mamme) e il più alto numero di reclusi stranieri (125)”.
“È sconcertante rilevare – osserva Caligaris – che a fronte di una costante crescita di cittadini privati della libertà in sei strutture chiuse (1785 detenuti) non aumentano quelli delle tre Case di Reclusione all’aperto dove, a fronte di 723 posti regolamentari, si trovano 283 detenuti. Un esame complessivo dei dati dunque rende palese che la realtà detentiva nell’Isola è in sofferenza anche perché mancano all’appello cinque direttori su dieci Istituti. La situazione maggiormente problematica è quella della Direttrice di Sassari-Bancali che oltre all’Istituto “Giovanni Bacchiddu” deve curare “Bad’e Carros” e l’ormai annesso “San Daniele”. Aldilà delle oggettive difficoltà a gestire tre Istituti dislocati in aree territoriali distanti, è impossibile farsi carico delle specifiche situazioni ascoltando i ristretti che ne fanno richiesta e affrontando le emergenze che purtroppo sono sempre possibili. L’ultimo concorso per Direttori risale al 1994 ma solo una parte dei vincitori aveva optato per le sedi periferiche, gli altri avevano preferito restare negli Uffici del Ministero. Ora però occorre una soluzione. Il Ministero e il DAP devono intervenire perché è assurdo – conclude Caligaris – far finta che in questa parte dell’Italia vada tutto bene”.

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